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Sanità: stretta su qualifiche estere

di Anna Fabi

Pubblicato 11 Dicembre 2018
Aggiornato 28 Maggio 2019 09:29

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Cosa dice il disegno di legge europea in merito alle qualifiche professionali conseguite nella UE ma fuori dai confini italiani: più controlli e verifiche sui titoli.

Il disegno di legge europea 2018 approvato dal Senato detta nuove regole per quanto riguarda i titoli formativi di alcuni professionisti della sanità e il riconoscimento delle qualifiche in Italia. Secondo il testo, per accedere in Italia con i titoli formativi di medico, infermiere, odontoiatra, farmacista e ostetrica rilasciati da altri Paesi della UE, in assenza delle condizioni minime di formazione è anche possibile ottenere il riconoscimento purché sia presente un attestato che certifichi l’effettivo esercizio dell’attività svolta da almeno un triennio senza interruzioni, nell’arco degli ultimi cinque anni.

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L bozza di legge sottolinea come l’obiettivo si quello di rendere più stringenti gli iter di riconoscimento dei titoli formativi di alcune categorie di professionisti della sanità, sia per far fronte alla carenza di personale sanitario sia per arrestare la crescente fuga di medici che decidono di lasciare l’I­talia dopo la formazione.

Ebbene, anche approfittando di queste la­cune – su legge sulla relazione di minoranza della 14esima commissione permanente, presentata il 4 dicembre 2018 – assistiamo troppo spesso a un prolife­rare di medici o pseudo tali che in tutta Italia aprono studi senza avere le dovute qua­lifiche.

Nessuna preclusione, ma chiediamo più controlli e verifiche sui titoli ottenuti, soprattutto quando ci troviamo di fronte a professionisti ai quali affidiamo la nostra salute.