Il lavoro dei liberi professionisti, così come il sistema pensionistico e i modelli di welfare futuri, saranno progressivamente influenzati sia dalle innovazioni introdotte dall’Industria 4.0 sia dall’invecchiamento generale della popolazione europea.
Di queste tematiche si è parlato a Bruxelles durante la conferenza “Disruptive effects of demography and digitization on social security of Liberal Professions” promossa da Adepp e Adv. È l’INPGI a fare il punto su quanto emerso durante l’evento, sottolineando come siano numerose le sfide che i liberi professionisti dovranno affrontare nei prossimi decenni, soprattutto per beneficiare di strategie di welfare in grado di assicurare pari condizioni alle diverse generazioni.
L’invecchiamento della popolazione che coinvolge tutta la UE condurrà inevitabilmente a un aumento dei costi fiscali legati alle pensioni ma anche all’assistenza sanitaria e alle cure. Riportando quando affermato dallo studio Ageing Report 2018:
Il rapporto pensionistico pubblico, che descrive la pensione pubblica media in relazione al salario medio, dovrebbe diminuire di 10,6 punti percentuali in media nell’UE. Negli Stati membri con regimi pensionistici integrativi privati, il valore totale delle pensioni rispetto alle retribuzioni medie dovrebbe essere superiore di 10,5 punti percentuali rispetto agli Stati membri senza. Inoltre, l’età della pensione sarà più alta nel futuro in generale.
Per quanto riguarda l’Italia, i dati di Adepp segnalano che i liberi professionisti rappresentano il 6% dei lavoratori, mentre gli iscritti ai Fondi pensione nel 2017 ammontavano a 1,4 milioni.
Se da un lato diminuisce la componente giovanile sul totale degli iscritti, l’età media è salita da 44 a 47 anni.
Sono le donne e gli under 40 a percepire redditi inferiori rispetto a quelli dei colleghi uomini, ma è il reddito dei professionisti in generale a essere diminuito del 3% circa in dieci anni.
Anche il potere di acquisto è diminuito del 18%.