È stato presentato il manifesto della professione di perito industriale, documento che rappresenta l’esito del confronto di idee che risale allo scorso 27 aprile e che mette nero su bianco dieci proposte volte a definire priorità e punti di partenza della riforma che coinvolge l’intera categoria.
Il manifesto comprende diverse tematiche, dal riordino delle competenze professionali ai cambiamenti che riguardano l’accesso alla professione e i corsi di laurea previsti.
Il primo punto riguarda, infatti, l’accorpamento delle macroaree di specializzazione per garantire un unico livello di qualifica professionale, mentre il secondo prevede la definizione di percorsi formativi specialistici per l’accesso alla professione anche attraverso convenzioni tra organismi territoriali e atenei.
Il manifesto si propone di supportare il lavoro dei professionisti attraverso una formazione di qualità che riguarda le aree di mercato professionale emergenti e innovative, così come di rinnovare la governance di categoria razionalizzando funzioni e servizi fra centro e periferia.
Altrettanto importante è completare la riforma dell’Ordinamento professionale con la modifica del titolo ordinistico e di quello professionale, accorpando gli ordini territoriali e ampliando la platea di soggetti iscrivibili alla Cassa di Previdenza.
Il sesto punto sottolinea l’importanza di focalizzare l’attenzione sulla definizione dell’identità del perito industriale e sulla diffusione di una comunicazione mirata a far conoscere a imprese, società, istituzioni e studenti quelle che sono le caratteristiche della professione.
Altrettanto importante è favorire l’allargamento della base di iscritti così come rafforzare il welfare di categoria, potenziando l’assistenza agli iscritti attraverso una serie di strumenti e di servizi a supporto della professione e della salute (RC Auto, tutela legale e assistenza fiscale, POS, fatturazione elettronica, convenzioni sanitarie).
Gli ultimi due punti riguardano l’evoluzione del modello professionale verso una direzione sempre più imprenditoriale, e una maggiore presenza in Europa resa possibile da una maggiore mobilità dei professionisti.