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Professioni: equo compenso nei bandi

di Barbara Weisz

17 Aprile 2018 15:24

Le modifiche al Codice Appalti comportano bandi di gara che tutelano maggiormente l'equo compenso dei professionisti: numeri e trend.

Il Nuovo Codice Appalti fa registrare risultati positivi nella formulazione dei bandi di gara, in particolare sull’equo compenso ai professionisti. Questo, in virtù dei modifiche al Codice Appalti inserite nel correttivo 2017 (dlgs 56/2017), in recepimento delle proposte del Consiglio Nazionale Architetti e della Rete delle Professioni Tecniche.

Lo rileva l’OSNAI (Osservatorio Nazionale sui Servizi di Architettura e Ingegneria), che ha analizzato i dati relativi ai primi 100 bandi del primo trimestre 2018, confrontandoli con i primi 100 dello scorso anno. 

In base all’analisi, diminuisce del 20% la percentuale di gare pubblicate senza il calcolo dei compensi in base al decreto parametri, sono l’8% in meno gli errori di calcolo dei corrispettivi per i professionisti e cala del 27% la non adeguata motivazione per la richiesta del requisito di fatturato. Resta comunque pari al 39% la percentuale di calcoli errata.

In generale, su 25 parametri analizzati, i dati sono quasi tutti in miglioramento. Fra le eccezioni, l’aumento della mancata motivazione per il ricorso al criterio del minor prezzo (+7%) e dell’errata richiesta dei servizi di punta (+ 1%). Ecco nel dettaglio le variazioni migliori:

  • calcolo dei corrispettivi non allegato al bando: -20%;
  • errato calcolo dell’importo a base di gara: -8%;
  • errate categorie delle singole opere: -21%;
  • mancato rispetto dei termini per presentazione offerte: -14%;
  • non congruità del tempo per lo svolgimento del servizio: -10%;
  • non adeguata motivazione per richiesta requisito fatturato: -27%;
  • errata richiesta fatturato max 2 volte importo a base di gara: -8%;
  • errata applicazione principio analogia categorie: -10%;
  • mancato rispetto di divieto di cauzione provvisoria: -9%.

In alcuni dei casi sopra esposti (errata richiesta di fatturato, errata richiesta di servizi svolti, mancato divieto di imporre cauzione provvisoria), di fatto la criticità è completamente risolta. Per Rino La Mendola, vicepresidente del Consiglio Nazionale degli Architetti,  gli obiettivi futuri restano:

consolidare la centralità del progetto nei processi di esecuzione delle opere pubbliche» e garantire «maggiore apertura del mercato agli operatori economici medio-piccoli, che rappresentano più del 90% degli operatori in attività sul territorio nazionale.

Il Consiglio degli Architetti annuncia infine la preparazione di un documento da presentare al prossimo Governo, con proposte per superare le criticità ancora in essere e consolidare gli obiettivi già raggiunti con le modifiche al Codice Appalti.