Proprio quando sarebbero dovuti partire le prime pensioni ai professionisti con il cumulo gratuito, scoppia un nuovo caso. Botta e risposta a distanza fra INPS e Adepp, con scambio di critiche e mancato accordo sui costi di gestione: l’INPS le quantifica in 65 euro a pratica, da ripartire fra le diverse casse in base alla quota pro rata.
=> Cumulo pensione, fumata nera
In questo senso vanno gli accordi quadro e di conseguenza a queste regole dovrebbero uniformarsi le singole convenzioni con le casse professionali. E qui sta il punto. Nella comunicazione INPS si legge:
La Convenzione firmata da alcune Casse è stata modificata ad arte rispetto al testo precedentemente redatto (eliminando la parte che prevedeva il pagamento di un corrispettivo da parte delle Casse ad INPS per la copertura degli oneri amministrativi) ed è pertanto non accettabile da parte dell’Istituto. La Convenzione non ha pertanto valenza in quanto non risponde ad un accordo tra le parti.
Come si vede, c’è evidentemente un contenzioso aperto sulla ripartizione delle spese di gestione pratiche. L’INPS ha invitato formalmente le singole Casse (tramite PEC) a sottoscrivere la convenzione quadro con ripartizione dei costi in misura proporzionale alle rispettive quote di pensione erogate.
I 65 euro stimati dall’INPS,
considerano esclusivamente gli oneri diretti, che riguardano cioè le spese del personale utilizzato in attività legate alla gestione del pagamento della pensione come, ad esempio, il cambio dell’ufficio pagatore o il cambio dell’IBAN, la gestione delle trattenute o di eventuali cessioni del quinto (questi sono costi relativi alle pensioni in cumulo in quanto è verosimile che se l’interessato avesse avuto diritto a richiedere la pensione, utilizzando solo i contributi INPS, avrebbe già presentato domanda).
Non includono, invece, gli oneri di realizzazione di piattaforme informatiche e impiego dei sistemi informatici, così come quelli di corrispondenza, che sono interamente a carico dell’Istituto.
L’Adepp ritiene che le Casse debbano farsi carico delle quote di pensione di propria competenza e degli stessi oneri già previsti per le pensioni in totalizzazione, con condizioni analoghe a quelle previste dalla convenzione INPS in vigore dal 2007.
Addebitare 65,04 euro per ogni pratica di cumulo e mettere a pagamento anche le pratiche di totalizzazione, sempre gratuite rappresenterebbe secondo l’Adepp:
pretese non hanno fondamento. Infatti a seguito dell’estensione del cumulo alle casse professionali, lo Stato ha riconosciuto all’Inps un maggior finanziamento che, a regime, raggiungerà l’importo di 89 milioni di euro all’anno.
In soldoni la situazione resta la seguente: la piattaforma INPS per gestire le operazioni di cumulo non è operativa, non c’è un reale accordo fra enti previdenziali e quindi il cumulo pensione professionisti, che sembrava dietro l’angolo, torna tutto in salita.