Numerosi sono gli studi dedicati al complesso mondo dei viaggi d’affari. Uno di questi è l’“Air Plus International Travel Management Study” elaborato nel marzo 2009 dalla società AirPLus Italia. Nel rapporto, utilizzando un campione di 1500 manager specializzati nell’organizzazione dei viaggi aziendali, si analizzano tendenze, costi e programmazione in un confronto a livello internazionale, proprio perché il travel business sta diventando oramai un’impresa globale.
Nella premessa dello studio, Diane Laschet, amministratore delegato di Airplus Italia, sottolinea come questo paragone tra i diversi paesi del mondo evidenzi più che la differenza tra gli stessi, i numerosi punti in comune: «la maggiore attenzione ai costi è la priorità assoluta ovunque, ma si riscontra anche una strategia comune, dalla Cina alla Repubblica Sudafricana, volta ad attuare direttive per i viaggi, ad intavolare trattative con i fornitori e persino ad introdurre il pagamento di una compensazione per le emissioni dei gas serra legate ai viaggi effettuati».
Dalle interviste condotte emergono numerosi fattori di notevole importanza. In primo luogo le risposte fornite non sono sicuramente orientate all’ottimismo. Nonostante gli sforzi compiuti dalle aziende per contenere i costi, solo il 10% degli intervistati pensa di poter ridurre le spese nel prossimo futuro, mentre il 58% prevede di dover spendere di più. Più di un quarto delle aziende non ha ancora attuato alcuna direttiva per i viaggi, basti solo pensare che la percentuale del Brasile è di appena il 16% e lo colloca all’ultimo posto in graduatoria. La negoziazione delle tariffe degli hotel sta diventando una pratica sempre più difficile e solo il 70% gode di particolari agevolazioni. Lo sconto praticato, inoltre, è passato dal 19% al 15%.
Il 79% dei Travel Manager intervistati dichiara di analizzare le spese di viaggio, anche se solamente il 35% utilizza strumenti speciali o software dedicati. Prende sempre più piede la questione ambientale. Le aziende di tutti e quindici i Paesi hanno iniziato a pagare per compensare le emissioni di gas serra collegate ai viaggi. Solo il 15% però afferma di avere già in atto questa politica di compensazione mentre il 7% prevede di intraprendere tale iniziativa nei prossimi dodici mesi.
Il pessimismo generale sul crescente andamento dei prezzi si focalizza soprattutto nel settore aereo mentre invece il comparto alberghiero continua a crescere in maniera sproporzionata. Ciononostante è da sottolineare un incremento del volume dei viaggi d’affari. Ciò è da attribuire sicuramente alla crescente globalizzazione che comporta sia la necessità di esplorare sempre nuovi mercati sia un allungamento delle tratte aeree verso Paesi più lontani. Il noleggio auto è una voce di spesa per la quale l’aumento dei costi è previsto solo da una minoranza degli intervistati, il 30%. In Italia i Travel Manager che intravedono un aumento dei prezzi sono il 37%, scendendo di circa dieci punti rispetto allo scorso anno, quando erano infatti il 47%.