Premi ed incentivi elargiti ai top manager in tempi di crisi, hanno suscitato roventi polemiche e, forse, qualche punta di invidia, ma i bonus promessi recentemente dalle grandi aziende ai propri dirigenti, potranno mettere a tacere tutte le precedenti baruffe. Perché? Penserete. Perché i bonus di cui stiamo parlando verranno dati solo ai manager delle imprese che si impegneranno a ridurre le emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera e per altri obiettivi di tipo ambientale.
Insomma, in questo caso, non si tratta di bonus inutili, ma di incentivi sull’onda del «meno inquini e più ti pago» e nel rispetto della normativa anti CO2 che si spera venga recepita al più presto in ogni parte del globo. A rivelare la notizia è stato il prestigioso quotidiano The Guardian che racconta come le aziende britanniche stiano prendendo la sana abitudine di premiare i manager non solo in base al raggiungimento dei profitti, ma anche in base al risparmio energetico che sapranno garantire riducendo le emissioni di CO2.
Non a caso i bonus in questione vengono definiti “carbon bonus”. Pioniera dell’incentivo economico basato sul rispetto dell’ambiente è stata lo scorso marzo la multinazionale National Grid che opera nella fornitura di energia in Gran Bretagna e parte degli Stati Uniti. La compagnia ha deciso di assegnare ai propri dirigenti un “carbon budget”, stabilendo quanto ogni divisione aziendale possa emettere in anidride carbonica nel rispetto dell’obiettivo prefissato di riduzione delle emissioni del 45% entro il 2020. I manager saranno di conseguenza ricompensati in base alla capacità di raggiungimento di tale obiettivo.
Altre aziende hanno deciso di ricompensare non solo i dirigenti, ma anche gli impiegati. Ogni dipendente avrà a disposizione un budget di emissioni di 5,5 tonnellate di CO2: chi avrà saputo risparmiare, a fine anno si ritroverà in tasca qualche centinaio di sterline in più. Inutile dire che la notizia ha fatto il giro del mondo venendo ripresa anche da testate, siti web e portali in lingua italiana, specie quelli dedicati al risparmio energetico ed al benessere dei manager. Eppure anche la questione del carbon bonus ha fatto e continua a far discutere. Proprio il Guardian a rispetto del suo nome, mette “in guardia” gli stessi manager ipotizzando il rischio che l’elargizione del bonus per la tutela ambientale possa avere lo stesso effetto degli incentivi elargiti a man bassa ai colleghi delle banche.
Come questi ultimi hanno agito, talvolta, con leggerezza, per percepire premi ed incentivi, anche i manager del risparmio energetico potrebbero essere indotti a fare scelte che mirino al suddetto risparmio, solo per incassare il bonus, e non per un’effettiva necessità. Potrebbero, ad esempio, dare il via libera ad acquisti di impianti fotovoltaici, quando in azienda si sarebbe potuto risparmiare adottando una buona coibentazione. Comunque, al di là delle ipotesi, almeno il carbon bonus è un incentivo per un fine nobile e sarà certamente utile alla diffusione delle sane politiche ambientali. Lo fossero state (utili) anche le altre tipologie di bonus, non staremmo qui a fare paragoni.