Global standard, il dibattito è online

di Barbara Weisz

Pubblicato 20 Luglio 2009
Aggiornato 20 Gennaio 2023 15:16

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Sul sito dell'Ocse un forum a cui partecipano economisti, docenti, leader di istituzioni mondiali. Il segretario generale Angel Gurria ringrazia per un contributo prezioso per il G8 che sarà ancora utile in futuro

«Grazie a tutti voi per le parole di benvenuto, le vostre tempestive idee e i suggerimenti». Angel Gurria, segretario generale dell’Ocse, è intervenuto personalmente, per dimostrare tutto il suo apprezzamento, nel dibattito che si è sviluppato sul forum che l’organizzazione dei 30 paesi più industrializzati ha messo a disposizione della comunità internazionale per discutere sulle nuove regole dell’economia e della finanza mondiale.

Al G8 dell’Aquila, spiega Gurria, «i leader del mondo hanno riaffermato la necessità di un ampio accordo sugli obiettivi del Global Standard, anche attraverso il G20. Questo è un successo!». Arrivato anche grazie al «gran numero di contributi» sul blog dell’Ocse, che hanno «alimentato la discussione intorno ai temi di proprietà, integrità, trasparenza».

Il punto è che i global standard, sottolinea lo stesso numero uno dell’Ocse, «non sono scritti nella pietra», anzi «costuiscono un un primo passo» verso l’elaborazione dei principi che aiuteranno a prevenire il ripetersi di crisi future. Fra i più attivi sul blog il professore Rakesh Khurana, della Harvard Business School, il quale fra i diversi interventi pubblica un “global business oath (giuramento)” lanciato dal “Forum of Young global leaders” all’ultimo World Ecomonic Forum di Davos, nei primi mesi del 2009, e che nel corso dell’anno si è arricchito di contributi arrivati da tutto il mondo.

In generale, Gurria definisce «l’interesse mostrato dalla MBA community per i Global Standard» come «un segnale molto positivo», ritenendo che «il coinvolgimento dei manager di domani in questa discussione» rinforzi la «speranza per il futuro».

Sul sito ci sono interventi di economisti di fama, docenti, dirigenti di alte istituzioni. Non capita frequentemente di leggere un forum pubblico a cui partecipano personaggi del calibro di Vito Tanzi, ex direttore del Dipartimento di Finanza Pubblica del Fondo Monetario Internazionale, il senatore americano Gary Hart, Kanayo Nwanze, presidente dell’Ifad (Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo), l’economista e parlamentare italiano Enrico Letta.

Due i temi maggiormente discussi. Il forte richiamo alla necessità che pratiche di business e attività di mercato avvengano nell’interesse di tutti gli azionisti e della società nel suo insieme, e il fatto che servano regole etiche e un rinnovato senso di responsabilità.

Gli economisti approfondiscono questi concetti dando loro carattere di pragmatismo. Per esempio, Vito Tanzi, che affronta il delicato tema delle politiche fiscali spiega: «Sarebbe naif, nel mondo contemporaneo, aspettarsi che i diversi paesi possano seguire regole precise e identiche in mercati differenti come quello finanziario, quello del lavoro, e altri. Così come sarebbe naif aspettarsi che le stesse norme o leggi possano valere per governare aziende, sistemi fiscali o altri aspetti nei diversi paesi». È invece possibile arrivare a condividere dei principi di base, con il carattere di “soft laws” che possano, nel lungo termine, aiutare un processo di amalgama fra norme, regolamentazioni e leggi formali per raggiungere un miglior coordinamento internazionale.