Fastweb e Vodafone nel mirino dell’Antitrust per pratiche scorrette

di Emanuele Menietti

8 Settembre 2009 15:15

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L'Autorità garante della concorrenza e del mercato ha da poco multato Fastweb e Vodafone per aver compiuto pratiche commerciali scorrette. Le due società sono accusate di aver adottato politiche poco trasparenti nei confronti degli utenti intenzionati a cambiare operatore

Sono 560mila gli Euro richiesti dall’Antitrust a Fastweb e Vodafone per pratiche commerciali scorrette. Le nuove multe per le due compagnie telefoniche giungono in seguito ad alcuni accertamenti dell’autorità, che ha rilevato la presenza di politiche ostruzionistiche nei confronti dei clienti interessati a cambiare operatore telefonico. Le motivazioni dei provvedimenti sono state da poco rese note attraverso il bollettino settimanale pubblicato dall’istituzione guidata da Antonio Catricalà. 

L’Autorità ha così comminato una multa pari a 120mila Euro nei confronti di Fastweb per l’atteggiamento ostruzionistico dell’azienda nei confronti dei clienti che avevano manifestato la volontà di cambiare operatore, e di abbandonare dunque la compagnia ora multata. Secondo l’Autorità, Fastweb non si sarebbe sufficientemente adoperata per consentire agli utenti di ottenere il passaggio da un operatore all’altro «in tempi rapidi, certi e con il minor disagio possibile, anche in considerazione del fatto che attiene alla fruizione di un servizio di carattere primario, connesso al diritto alla comunicazione».

Nelle motivazioni del provvedimento [pdf] si sottolinea poi come Fastweb abbia sostanzialmente «omesso di fornire ai propri utenti informazioni adeguate per agevolare il passaggio ad altro operatore nell’ambito di procedure di c. d. “migrazione” e ha reso di difficile attuazione il diritto di trasferire il contratto di fornitura del servizio in capo ad un altro operatore agli utenti che avevano scelto di avvalersene». La società è inoltre accusata di aver messo in atto politiche per indurre i clienti a non abbandonare i propri servizi, “retention”, poco chiare e trasparenti, promettendo offerte e sconti non attivati nella realtà dei fatti.

Partendo da questi presupposti, l’Autorità ha dunque ritenuto opportuno avviare un procedimento per multare Fastweb, che avrà ora tempo un mese per versare i 120mila Euro dovuti. La cifra è superiore rispetto a casi analoghi poiché la compagnia telefonica era già stata destinataria di un altro provvedimento per pratiche ingannevoli da parte dell’Antitrust.

Le multe per Vodafone giungono, invece, da due provvedimenti distinti dell’Autorità per un totale di ben 440mila Euro. Una sanzione interessa, come per Fastweb, le politiche messe in atto dall’operatore mobile sul fronte della migrazione dei clienti e sulla retention. Secondo l’istituzione che vigila sulla libera concorrenza nel nostro paese: «Vodafone ha proceduto a una formulazione non trasparente, inesatta, incompleta e/o non veritiera agli utenti di offerte o piani tariffari agevolati, allo scopo di convincerli a revocare le procedure di MNP (mobile number portability) avviate».

Il comportamento ritenuto ingannevole è così costato a Vodafone una multa pari a 250mila Euro, successivamente aumentata fino a 290mila Euro poiché la società era già stata destinataria di un provvedimento simile. Grazie alla collaborazione mostrata dall’operatore nell’attivare misure tese a correggere le politiche contestate dall’Antitrust, la multa è stata ridotta e portata a 230mila Euro.

Il secondo provvedimento nei confronti di Vodafone interessa invece la procedura complessa, e a volte poco trasparente, messa in campo dalla compagnia telefonica per conquistare nuovi clienti attraverso la conclusione di contratti di utenza a distanza effettuata tramite call center. Stando a quanto affermato dall’Autorità, l’operatore non avrebbe osservato pienamente le norme poste a tutela dei consumatori, attivando o disattivando funzioni e servizi senza un’esplicita e chiara dichiarazione di intenti da parte della clientela.

Vodafone ha così ricevuto una seconda multa pari a 230mila Euro, cifra portata a 270mila poiché l’operatore era già stato destinatario di un altro provvedimento per pratiche ingannevoli. La cifra è stata poi ridotta a 210mila Euro per l’atteggiamento collaborativo adottato dalla società nei confronti dell’Antitrust.