Nec, Hitachi e Casio unite per la telefonia mobile

di Emanuele Menietti

14 Settembre 2009 15:00

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Nec realizzerà una joint venture con Casio e Hitachi per rilanciare il comparto legato alla telefonia mobile. L'accordo potrebbe portare alla nascita del secondo produttore giapponese di cellulari per quantità di vendite

Unire le forze nel comparto della telefonia mobile per ridurre costi di sviluppo e produzione. È questo il piano di Nec, Casio Computer e Hitachi per ottimizzare le rispettive risorse e rendere le proprie attività maggiormente competitive nell’agguerrito settore dei telefoni cellulari. L’operazione porterà alla nascita del secondo più grande produttore di telefonini in Giappone e consentirà di stabilizzare il comparto, colpito dalla sensibile frammentazione dei produttori nel paese.

Stando alle prime stime formulate dagli analisti, la fusione degli asset legati alla telefonia di Nec, Casio Computer e Hitachi potrebbe portare alla nascita di un soggetto in grado di generare circa 4,3 miliardi di dollari di vendite. Salvo cambiamenti di programma, nel corso dei prossimi mesi Nec – il terzo produttore di cellulari giapponese – dovrebbe rendere autonoma la propria divisione mobile per poi fonderla insieme alla joint venture costituita dalle altre due protagoniste dell’accordo: Casio e Hitachi.

Gli equilibri di forza intorno alla nuova alleanza saranno calibrati sul peso delle singole società. Nec deterrà dunque il 70% del gruppo, mentre a Casio spetterà una quota pari a circa 20 punti percentuali. Hitachi otterrà, infine, un 10% circa della joint venture. Tale soluzione consentirà inoltre a Casio e Hitachi di mantenere distinte le attività legate al comparto mobile dai propri bilanci, che saranno così alleggeriti dalle recenti perdite dovute alle flessioni dei mercati.

«Con l’attuale contrazione del mercato, non c’era sufficiente spazio per la sopravvivenza di otto distinte società» ha dichiarato Akihito Otake, senior vicepresident Nec, sottolineando l’importanza del nuovo accordo teso a unire le forze per sopravvivere alle traversie della crisi e ottimizzare i rispettivi cicli di sviluppo e produzione dei nuovi dispositivi da parte delle tre società.

«Nec, Casio e Hitachi integreranno i loro comparti legati ai cellulari per rafforzare il loro business sia sul fronte domestico che su quello internazionale e per rafforzare e capitalizzare i rispettivi marchi attivando sinergie in molteplici campi, come l’espansione delle vendite, l’assistenza ai clienti e il miglioramento dello sviluppo dei prodotti attraverso la fusione degli asset tecnologici, del know-how e delle risorse» si legge nel comunicato stampa ufficiale da poco diffuso da Nec.

Al momento le società coinvolte nell’iniziativa non hanno fornito un calendario preciso sulle tappe della fusione, dunque analisti e osservatori non hanno ancora formulato alcuna previsione sui possibili benefici finanziari derivanti dall’operazione. Un solo elemento rimane per ora certo: la progressiva contrazione del mercato della telefonia mobile in Giappone. Stando alle ultime stime, il comparto dovrebbe contrarsi di almeno il 20% entro la fine del 2009, ma le previsioni maggiormente pessimistiche dipingono un quadro a -30 punti percentuali.

Una riduzione significativa che comporta minori entrate per le società, impegnate ugualmente a investire diversi milioni di dollari per sviluppare nuovi cellulari e smartphone per il ramo consumer e business. La costituzione della joint venutre dovrebbe, in prima istanza, ridurre sensibilmente le spese per l’ideazione e lo sviluppo dei nuovi terminali, condizione necessaria per abbattere i costi e rimanere al tempo stesso competitivi.

La costituzione del nuovo gruppo dovrebbe consentire a Nec, Casio e Hitachi di divenire maggiormente competitive nel mercato domestico, raggiungendo un market share pari a circa 20 punti percentuali, a breve distanza dal 22% di Sharp. Conquistare fette di mercato all’estero sarà invece difficile a causa dell’agguerrita concorrenza di alcuni player come la finlandese Nokia. L’esperienza di Nec in tal senso fu travagliata già alcuni anni fa in Europa, mercato dal quale la società ritirò il proprio comparto mobile nel corso del 2007. Crisi permettendo, la nuova joint venture potrebbe segnare il momento del riscatto.