Riformare l’economia e fornire gli strumenti adeguati al settore finanziario per avviare la ripresa. È questo l’ambizioso obiettivo che Barack Obama intende raggiungere nel corso del G20 che si terrà a partire dal prossimo giovedì nella città di Pittsburgh (Pennsylvania, USA). Il meeting segnerà il terzo incontro dell’anno dei 20 paesi maggiormente industrializzati, che rappresentano l’85% circa dell’intero comparto economico su scala globale.
Il nuovo incontro statunitense sarà dunque teso a identificare linee comuni per affrontare le nuove fasi della crisi economica e approvare ulteriori soluzioni per tornare a crescere. Nel corso del G20, Barack Obama proporrà un nuovo piano ad ampio raggio per rivedere e corregge alcune delle storture del sistema alla base del profondo rallentamento dell’economia registrato nel corso dell’ultimo anno. La proposta del presidente USA potrebbe essere in parte osteggiata dalle realtà emergenti, come i paesi asiatici, restie ad adottare soluzioni che potrebbero rallentare i loro ritmi di crescita, rimasti relativamente sostenuti se raffrontati a quelli delle economie già affermate.
Le informazioni sulla strategia che intenderà seguire Barack Obama nel corso del G20 sono state diffuse dall’agenzia di stampa Reuters, che avrebbe ricevuto alcune anticipazioni da talune fonti interne all’amministrazione del presidente. Le indiscrezioni sembrano del resto confermare quanto affermato pubblicamente dal responsabile della Casa Bianca nel corso delle ultime settimane. In una recente intervista all’emittente all news CNN, Obama aveva dichiarato: «Non possiamo tornare indietro, all’epoca in cui i cinesi, i tedeschi o altri paesi ci vendevano di tutto; qui ci stiamo riempiendo di carte di credito/debito e di prestiti per le case, ma non stiamo vendendo nulla a loro».
Un chiaro invito a riformare il sistema verso un’economia maggiormente concreta, fondata sulla produzione e lo scambio dei beni e non sulla creazione di soluzioni a debito molto pericolose nel medio periodo per la stabilità dell’intero comparto economico. L’obiettivo di Obama è legato dunque a una definitiva rottura di un circolo vizioso, creare prodotti finanziari a debito per colmare altri debiti, che ha portato all’attuale crisi economica su scala globale. «Il G20 di Pittsburgh sarà in parte dedicato a questo, ad assicurarsi che ci sia un’economia maggiormente bilanciata».
Il piano proposto dal presidente americano potrebbe essere in parte osteggiato da uno dei principali partecipanti al meeting: la Cina. La comunità internazionale richiede da tempo al governo di Pechino di rivedere le proprie politiche economiche, mettendo la popolazione nella condizione di aumentare i consumi interni, ma i leader cinesi non hanno fino a ora raccolto l’invito. I recenti attriti legati all’aumento dei dazi per l’importazione di alcuni prodotti cinesi negli Stati Uniti potrebbero complicare ulteriormente il confronto con la Cina, nonostante Barack Obama si sia impegnato in prima persona per migliorare i rapporti con il gigante asiatico.
La proposta del presidente statunitense per il G20, anticipata dalle indiscrezioni fornite da Reuters, dovrebbe contenere indicazioni implicite per i principali protagonisti dello scenario economico globale. Secondo l’amministrazione Obama, gli Stati Uniti dovrebbero iniziare a risparmiare maggiori risorse per sanare l’attuale deficit, la Cina dovrebbe concentrarsi maggiormente sul mercato interno per evitare una eccessiva dipendenza dalle esportazioni e, infine, l’Europa dovrebbe mettere in campo nuove riforme specialmente sul fronte del mercato del lavoro per attirare maggiori investimenti.
Il piano di Obama vede nel Fondo Monetario Internazionale un soggetto fondamentale per coordinare al meglio le singole politiche dei paesi del G20 nel corso del rilancio dell’economia. Una strategia che passerà anche attraverso un maggiore coinvolgimento della Cina all’interno dell’importante istituzione, condizione necessaria per offrire più rilievo al paese asiatico e al tempo stesso per vincolare maggiormente il governo di Pechino alle scelte multilaterali.
L’operazione di riforma del presidente degli Stati Uniti potrebbe trovare alcuni importanti alleati al di qua dell’oceano. Francia, Gran Bretagna e Germania hanno recentemente firmato una lettera congiunta indirizzata al G20 per affrontare con interventi coordinati non solo le politiche per il rilancio dell’economia, ma anche per porre fine ad alcune storture legate ai bonus forniti dalle grandi aziende e dagli istituti di credito ai proprio manager e i paradisi fiscali.
Il meeting di Pittsburgh si preannuncia dunque ricco di spinosi argomenti da affrontare e che non possono essere più rimandati. Mentre si registrano i primi timidi segnali di ripresa, i 20 paesi più industrializzati dovranno trovare il giusto equilibrio per consentire all’economia e ai mercati di riprendersi, ma con regole nuove tese a garantire stabilità per i prossimi anni.