È necessario che le banche rafforzino il loro capitale. Il monito è giunto direttamente dal Governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, intervenuto ai lavori dell’Ecofin a Goteborg (Svezia) con una relazione sulle decisioni assunte nel corso dell’ultimo G20 e del Financial Stability Board, organismo del quale lo stesso Draghi è presidente. Il Governatore è intervenuto sull’attuale stato dell’economia e sul difficile percorso della ripresa per istituzioni e banche.
Secondo Draghi, il processo di riforma del sistema bancario costituisce un passaggio fondamentale per assicurare un periodo di rilancio con sufficienti garanzie per l’intero comparto economico. Sospendere le attività legate alle riforme solo sulla base delle attuali prestazioni delle banche, che in molti casi sono tornate a far registrare degli utili, potrebbe rivelarsi una scelta deleteria se non addirittura pericolosa. Il Governatore ha, infatti, ricordato come il migliorato stato di salute del sistema bancario sia nella maggior parte dei casi dovuto agli interventi pubblici messi in campo dai governi e dalle banche centrali.
Le parole di Mario Draghi pronunciate all’Ecofin nella giornata di ieri sono giunte a poche ore di distanza dalla decisione delle italiane UniCredit e Intesa Sanpaolo di non ricorrere allo strumento dei Tremonti Bond, ma di procedere a piani di rilancio autonomi anche sul fronte del credito. Una soluzione che ha trovato fortemente contrario il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, che non ha risparmiato parole dure e critiche nei confronti delle due banche.
Il Governatore della Banca d’Italia è poi tornato sullo spinoso tema delle retribuzioni dei manager bancari e delle connesse politiche per i bonus, un argomento a lungo discusso nel corso dell’ultimo G20 grazie al diretto interessamento di Francia, Germania e Gran Bretagna. Draghi ha confermato la disponibilità da parte dei leader dei 20 paesi più industrializzati ad applicare gli standard proposti dal Financial Stability Board per mettere in campo una nuova serie di norme e indirizzi per le remunerazioni dei manager.
Draghi ha infine concluso il proprio intervento richiamando l’intero comparto economico a una maggiore responsabilità, tesa anche a evitare la crescita dell’azzardo morale in termini macroeconomici. L’obiettivo è evitare che gli operatori economici possano intraprendere comportamenti eccessivamente rischiosi i cui costi potrebbero nuovamente ricadere sulla collettività portando a future nuove crisi.
L’intervento di Mario Draghi, davanti ai ministri delle finanze e ai responsabili delle banche centrali, è stato poi seguito da quello di Jean Claud Trichet, presidente della Banca Centrale Europea, che ha comunicato gli esiti degli ultimi stress test condotti su 22 banche dell’Unione. Nel caso ipotetico di una caduta del PIL pari a 2,7 punti percentuali, le perdite per gli istituti di credito esaminati ammonterebbero a circa 400 miliardi di Euro. Dati che hanno portato Trichet a formulare con ottimismo una semplice conclusione: «Il nostro sistema bancario resiste in un modo che è rassicurante».
Oltre a confrontarsi sullo stato di salute del sistema bancario europeo, il meeting dell’Ecofin si è anche focalizzato sul tema fondamentale delle exit strategy. I responsabili dell’economia europea hanno dimostrato di concordare sulla necessità di elaborare presto e in maniera coordinata le strategie di uscita necessarie per ridurre gli interventi pubblici nel settore economico. Tale processo avverrà con molta cautela e con tappe progressive per evitare di influire negativamente sui primi deboli segnali di ripresa registrati nel vecchio continente.