Occorre una “cabina di regia” per gestire al meglio i fondi destinati al Sud del Paese. È questa la proposta avanza dalla presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, da poco intervenuta al convegno “Questione meridionale. Una questione nazionale” indetta da alcuni esponenti del gruppo parlamentare del Popolo della Libertà nella città di Bari. Secondo la rappresentante degli industriali, senza una opportuna coordinazione e nuove iniziative tese a non disperdere i fondi il Mezzogiorno difficilmente potrà vivere un’epoca di vero rilancio.
Per il presidente di Confindustria, l’adozione di «aiuti e incentivi il più possibile automatici» per le imprese potrebbero rimettere in moto la macchina produttiva del Sud ridando ossigeno alle realtà industriali locali. La necessità di poter fare affidamento su strumenti definiti “automatici” è legata alla necessità di eliminare o rendere marginale «l’intermediazione politica e burocratica», che molto spesso ingessa eccessivamente il sistema produttivo non consentendo l’adozione di efficaci strategie di rilancio per le realtà economiche locali e di riflesso su scala nazionale.
«La crescita del Mezzogiorno è un problema che riguarda tutto il Paese. Fare impresa nel Mezzogiorno è difficile. Siamo a favore del rifinanziamento del credito d’imposta per il Mezzogiorno, che si è esaurito già fino al 2015» ha dichiarato Emma Marcegaglia, sottolineando come l’entità delle risorse fino a ora messe in campo dal sistema economico e istituzionale non si siano rivelate sufficienti e siano giunte, in numerosi casi, già al loro definitivo esaurimento. Una condizione che potrebbe rendere maggiormente difficoltosa la strada della ripresa e che mette in evidenza come la gestione dei fondi non sia sempre coordinata al meglio.
«È importante concentrare i fondi su pochi grandi temi che sono la sicurezza, le infrastrutture, la scuola e la formazione, evitando la dispersione in mille rivoli di questi anni che non ha prodotto crescita» ha poi aggiunto Marcegaglia, motivando la propria proposta legata all’istituzione di una cabina di regia per rendere più organica ed economicamente sostenibile la gestione dei fondi messi in campo per il Mezzogiorno.
La presidente di Confindustria ha inoltre ventilato la possibilità di adottare misure per una “fiscalità di vantaggio”, per l’area del meridione, tesa a sostenere lo sviluppo. Una proposta già circolata in passato, ma con scarso esito sul fronte della pratica. Tale provvedimento richiede, infatti, una diretta approvazione da parte delle autorità europee, interessate a scongiurare la nascita di eccessivi squilibri sul lato fiscale per mantenere una concorrenza equa tra le imprese dell’Unione.
Emma Marcegaglia ha poi ricordato come l’attuale differenza di reddito tra l’area settentrionale dell’Italia e il Mezzogiorno sia ancora sensibile. La quota, secondo la numero uno di Confindustria, si aggira intorno al 42% ed è ancora «ai livelli degli anni Cinquanta». Una sproporzione che testimonia le grandi difficoltà del sistema produttivo meridionale, che fatica ancora a sanare l’ampio margine che lo distanzia dalla maggior parte delle aree settentrionali.
Tali considerazioni hanno indotto Emma Marcegaglia ad accogliere positivamente la proposta dell’istituzione di una vera e propria “Banca del Sud” per aiutare l’economia in difficoltà del meridione. «Non ci sono più banche che hanno la testa nel Mezzogiorno, quindi il tema del credito è importante per tutto il Paese e lo è in particolare qui» ha dichiarato la rappresentante degli industriali, ponendo un punto fermo per la nuova iniziativa: la nuova banca dovrà essere privata.
«La Banca del Sud può essere una buona idea purché ovviamente, come credo sia nella volontà del ministro Tremonti, non diventi una cosa pubblica, una specie di carrozzone, ma diventi una banca a maggioranza privata che possa venire incontro alle esigenze degli imprenditori e dei cittadini mediterannei» ha sottolineato Marcegaglia, confermando la bontà dell’iniziativa a patto di avere un istituto di credito autonomo vero e proprio, in grado di fornire gli aiuti e gli incentivi di cui necessita il Sud con sufficienti garanzie e meno lungaggini burocratiche.
Gli elementi emersi durante l’incontro di Bari sembrano confermare l’impegno di Confindustria per il Mezzogiorno: identificare poche valide misure per il rilancio e passare quanto prima all’azione.