24 suicidi per France Telecom, il numero due abbandona

di Emanuele Menietti

6 Ottobre 2009 13:10

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Il vicepresidente di France Telecom, Louis-Pierre Wenes, ha infine deciso di farsi da parte come richiesto dai sindacati e dall'opinione pubblica sempre più allarmata per il crescente numero di suicidi tra il personale dell'azienda

La crescente attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni nei confronti di France Telecom, sconvolta da una serie di dolorosi suicidi di dipendenti, ha infine indotto il numero due della società Louis-Pierre Wenes a rassegnare le dimissioni. Il vicepresidente del colosso delle telecomunicazioni abbandona il campo dopo aver contribuito alla profonda opera di riassetto resa necessaria dalla privatizzazione della società. Il vicepresidente era da tempo nel mirino della sinistra francese e dei sindacati, convinti che alla base delle forti tensioni aziendali vi fossero proprio le scelte severe e nette di Wenes per il personale.

Stando alle prime informazioni, a Louis-Pierre Wenes succederà Stephane Richard, uomo gradito al presidente Nicolas Sarkozy e già indicato come futuro successore dell’attuale numero uno di France Telecom, Didier Lombard. La nomina di Richard dimostra quanto lo Stato francese abbia ancora un forte peso all’interno della società di telecomunicazioni anche sul fronte delle decisioni manageriali. Nonostante la privatizzazione, infatti, la Francia controlla il 27% del capitale di France Telecom ed è quindi direttamente interessata ai destini aziendali.

Le dimissioni di Louis-Pierre Wenes erano state richieste in più occasioni da numerosi esponenti dei sindacati, allarmati per le politiche aziendali adottate e per il sorprendente numero di suicidi commessi dai dipendenti della società. A partire dal febbraio del 2008 a oggi, infatti, ben 24 dipendenti con diversi incarichi all’interno di France Telecom si sono tolti la vita a dimostrazione del grande disagio vissuto nel corso dell’ultimo periodo dal personale. Recentemente una donna si è lanciata da una delle finestre di una palazzina della società, mentre un altro dipendente ha tentato di togliersi la vita durante un meeting dello staff accoltellandosi al basso ventre.

Secondo i detrattori delle politiche aziendali adottate dai top manager della società di telecomunicazioni, i suicidi sarebbero stati di fatto indotti da una gestione non ottimale del riassetto societario portata avanti con soluzioni al limite del terrorismo psicologico nei confronti del personale. Il filmato di un meeting con il presidente della società Didier Lombard, risalente al 20 gennaio e da poco diffuso online, sembra confermare quanto sostenuto dai sindacati. Il numero uno di France Telecom si rivolge a un gruppo di dipendenti utilizzando frasi che assumono un peso particolare alla luce dei tanti suicidi registrati nel corso degli ultimi mesi: «Chi pensa di poter riposarsi sugli allori e di starsene tranquillo si sbaglia di grosso. […] Per quelli che non sono a Parigi, che pensando che andare a pesca sia meraviglioso, beh, è finita».

I sindacati mirano alle dimissioni di Lombard, ma al momento il presidente di France Telecom gode ancora della fiducia di Nicolas Sarkozy e non sembra essere intenzionato a farsi da parte. Le forze sindacali hanno fissato due giornate di mobilitazione per fare pressioni nei confronti del presidente francese, che al momento sembra sia orientato sulla carta Stephane Richard per riportare un poco di serenità tra il personale e tra gli stessi vertici aziendali.

Dopo una carriera presso il ministero dell’Economia francese, Richard è approdato a Telecom France durante lo scorso settembre ed era stato da subito indicato come il possibile successore di Lombard per il 2011. L’abbandono di Wenes ha ora accelerato i tempi, collocando l’uomo di fiducia di Sarkozy in una posizione strategica per le prossime scelte della società.

Stephane Richard ha ora davanti a sé un compito difficile e sarà stretto dalla necessità di garantire il completamento del riassetto di France Telecom e al tempo stesso di arginare il disagio del personale, ponendo fine alla inquietante serie di suicidi. Il 24esimo dipendente suicida aveva 51 anni ed era padre di due figli: si è tolto la vita lanciandosi da un cavalcavia dopo aver lasciato scritto un breve promemoria sulle pressioni ricevute al lavoro.