L’adozione di nuovo incentivi per il settore auto deve essere legata a un effettivo aumento della produzione Fiat in Italia. A sostenerlo è il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, intervenuto oggi nel dibattito sull’opportunità di estendere a parte del 2010 gli aiuti forniti dallo Stato per l’acquisto di nuove autovetture. Le dichirazioni del ministro giungono ad alcune settimane di distanza dall’esplicita richiesta formulata dall’amministratore delegato del gruppo automobilistico torinese, Sergio Marchionne.
Nel corso del Salone dell’Auto di Francoforte, infatti, l’AD di Fiat aveva invitato il governo a valutare la possibilità di mantenere gli incentivi anche per il prossimo anno. Marchionne aveva sottolineato l’importanza della misura «per il bene del paese», ricordando come un no da parte del governo avrebbe potuto sortire «un impatto disatroso» su buona parte dell’economia italiana. L’odierna apertura da parte di Scajola sembra ora rendere più concreta la possibilità di una proroga degli incentivi per il comparto auto.
Il ministro dello Sviluppo economico ha voluto, però, mettere da subito in chiaro alcuni dettagli: l’estensione delle misure a supporto del settore dovrà essere discussa in sede europea e non potrà essere disgiunta da un aumento della produzione della Fiat in Italia. «Anche l’amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, che ho incontrato pochi giorni fa a Detroit, condivide questa impostazione» ha dichiarato Scajola, interessato a ottenere come contropartita dalla proroga degli incentivi un maggiore impegno del gruppo torinese sul fronte produttivo italiano.
«È evidente che se gli incentivi verranno dati in tutti i paesi, l’Italia non può rimanere indietro. Valutiamo l’andamento della crisi, quindi valuteremo gli incentivi alla luce di quello che succederà in Europa» ha poi aggiunto cautamente il ministro. Nonostante le indiscrezioni circolate nel corso delle ultime settimane, numerosi paesi europei non si sono ancora espressi su un possibile rinnovo degli incentivi per il comparto auto, ancora in affanno a causa della crisi. Un’adozione da parte degli stati membri maggiormente sviluppati potrebbe indurre il governo italiano a sciogliere le ultime riserve, andando così nella direzione auspicata dai vertici di Fiat Group.
Anche Luca Cordero di Montezemolo, presidente Fiat, ha fortemente caldeggiato un ripristino degli incentivi per il settore auto nel corso degli ultimi giorni. «Gli incentivi debbono continuare per evitare grandi impatti negativi in tutta Europa sull’occupazione e per rinnovare il parco auto» ha dichiarato Montezemolo, ricordando i positivi effetti della rottamazione anche sull’ambientale con la vendita di automobili meno inquinati e più efficienti sul fronte dei consumi.
La possibilità sempre più concreta di nuovi incentivi per il comparto auto sembra interessare anche i sindacati, come testimoniato dalle recenti dichiarazioni di Gianni Baratta, segretario confederale Cisl responsabile del settore industria. «Condividiamo sostanzialmente la proposta del ministro Claudio Scajola sugli incentivi alla Fiat legati alla produzione in Italia» ha dichiarato Baratta, per poi aggiungere: «È proprio su quest’ultimo punto, la produzione italiana, che dobbiamo essere chiari: gli incentivi al settore automobilistico rappresentano sicuramente una manna per le positive ricadute che hanno su tutta l’economia del Paese come l’incentivazione all’acquisto di vetture sempre meno inquinanti e una maggiore tenuta dell’occupazione, ma è chiaro che devono esser finalizzati esclusivamente ad un aumento della produzione made in Italy».
L’ampio consenso intorno al rinnovo degli incentivi registrato nel corso delle ultime ore sembra rendere sempre più concreta la possibilità di una estensione per il 2010. Grazie agli aiuti di Stato, il settore auto è riuscito ad arginare almeno in parte la crisi, facendo registrare un trend positivo legato alle vendite di nuovi veicoli.