Non trovano ancora risposte certe i numerosi interrogativi sorti intorno al passaggio di Opel da GM a Magna in seguito alle recenti dichiarazioni del Commissario europeo per la concorrenza, Neelie Kroes, scettica sulla legittimità degli aiuti pubblici tedeschi. Il governo di Berlino ha risposto con una serie di rassicurazioni sulla conformità degli aiuti previsti per la casa tedesca di proprietà della General Motors, ma le informazioni fornite potrebbero essere valutate insufficienti dall’Unione Europea. L’istituzione è, infatti, determinata a non creare squilibri nel mercato che potrebbero andare a danno delle altre società attive nel settore automobilistico.
Durante la scora settimana, il Commissario europeo Kroes aveva inviato una lettera [pdf] al Ministro dell’economia tedesco per esprimere i propri dubbi sugli aiuti di stato promessi dalla Germania per portare a termine la cessione di Opel da parte di GM in favore di Magna. Secondo la Commissione, gli aiuti pubblici promessi dal governo tedesco – e in parte già erogati come credito ponte – sarebbero stati legati alla sola ipotesi di una vittoria da parte di Magna/Sperbank e non di qualsiasi altra cordata potenzialmente selezionata da General Motors per portare a termine l’accordo su Opel. Una condizione in aperta violazione delle normative e delle regole imposte dall’Unione per la libera concorrenza sul mercato.
Secondo Neelie Kroes: «Tale circostanza condizionò la decisione di General Motors e del trust Opel di vendere la maggioranza delle azioni della nuova Opel a Magna/Sperbank, escludendo pertanto piani alternativi che prevedevano una differente distribuzione delle scelte di ristrutturazione all’interno dell’Unione Europea». Un intervento duro e determinato nei confronti del governo tedesco su una questione rivelatasi molto più complessa e difficile da gestire rispetto al previsto, come testimoniato dai recenti ritardi per le ultime firme legate alla cessione di Opel.
Come richiesto dalla UE, il governo tedesco ha da poco inviato una serie di rassicurazioni a GM e Opel Trust sulla natura dell’aiuto finanziario pubblico, garantendo l’assenza di qualsiasi strategia legata a un investitore specifico. La conferma degli avvenuti contatti tra l’istituzione tedesca e le società è giunta direttamente da un portavoce dell’Antitrust dell’Unione: «La Germania adesso ha scritto a General Motors e Opel Trust dando loro le assicurazioni che abbiamo chiesto. […] Ora Opel Trust e GM dovranno riconsiderare la questione sulla base di queste assicurazioni scritte, poi il Governo tedesco dovrà comunicare con noi».
Secondo alcuni osservatori, i recenti rilievi formulati dall’Unione Europea e la possibilità di ulteriori sviluppi sul fronte antitrust potrebbero indurre General Motors a intraprendere un “piano B” per la spinosa questione Opel. Per il Wall Street Journal, la nuova opzione potrebbe passare attraverso un mantenimento della quota di maggioranza di Opel da parte di GM, una condizione che porterebbe a una ristrutturazione più drastica con considerevoli tagli per il personale e – se necessario – la richiesta dello stato di insolvenza di Opel. Un’ipotesi che appare al momento remota, ma che potrebbe prendere corpo nel corso dei prossimi giorni se l’UE dovesse esprimersi negativamente sugli aiuti pubblici.
L’ipotesi non piace naturalmente al governo di Berlino, che vedrebbe sfumare il lungo lavoro di mediazione degli ultimi mesi e subirebbe la dura sconfitta di un forte ridimensionamento di Opel con conseguenze gravi per l’occupazione. Secondo Ulrich Wilhelm, portavoce dell’esecutivo tedesco, non vi sarebbe «alcuna ragione per rimettere in discussione» l’accordo di cessione di Opel a Magna/Sperbank. Molto, però, potrebbe dipendere dalle prossime decisioni di Bruxelles.
L’accordo definitivo per la cessione, al momento slittato di una settimana, potrebbe ulteriormente tardare ad arrivare creando una situazione di stallo e incertezza deleteria sia per General Motors che per la stessa Opel, in attesa di un punto fermo certo dal quale ripartire. Il ventilato “piano B” con le pesanti conseguenze sull’occupazione potrebbe dunque essere figlio di una precisa strategia da parte di GM, interessata a far pressione sulle autorità europee e tedesche per raggiungere quanto prima un accordo.