La Cina cresce di meno, ma continua a crescere. Nonostante non siano ancora del tutto passati i venti gelidi della crisi economica, la Cina dimostra al mondo di saper contenere gli effetti della recessione e fa registrare dati in crescita per il terzo trimestre dell’anno in corso. Stando alle ultime informazioni, infatti, il prodotto interno lordo del paese asiatico ha quasi sfiorato i nove punti percentuali portandosi a quota 8,9%. Una prestazione considerevole, resa possibile da un forte piano di rilancio ordito dal governo di Pechino che ha portato nuovo ossigeno all’edilizia, favorito numerosi titoli cinesi in Borsa e stimolato i consumi delle famiglie.
Il Pil a quota 8,9% è superiore di un punto percentuale rispetto alla rilevazione effettuata nel secondo trimestre dell’anno in corso, quando il prodotto interno lordo si era attestato intorno ai 7,9 punti percentuali. Secondo gli analisti, nel corso dell’ultimo trimestre del 2009 la Cina potrebbe fare ancora meglio, portando il Pil verso un solido 9,3 – 9,5% con una conclusione su base annua intorno agli 8 punti percentuali. Tuttavia, nel corso dei primi mesi del 2010 si potrebbe registrare un lieve rimbalzo, con valori al di sotto di quelli registrati nell’ultima porzione dell’anno in corso.
Per i primi nove mesi dell’anno, la crescita è stata pari al 7,7% secondo l’Istituto di statica nazionale della Cina. Il valore accumulato del prodotto interno lordo ha dunque raggiunto in nove mesi la quota di quasi 21,8 miliardi di yuan pari a circa 2,13 miliardi di Euro. «L’economia cinese è nuovamente decollata, ma sta volando con un motore solo. Il recupero della Cina è stato notevole, ma si è basato principalmente sugli investimenti diretti effettuati dal governo attraverso forti prestiti bancari» ha dichiarato l’analista Brian Jackson commentando le prestazioni della Cina nel terzo trimestre.
Secondo numerosi osservatori, per accendere il secondo motore e mantenere alto il livello di crescita, il governo di Pechino dovrebbe dar vita a un piano di recupero maggiormente organico e diffuso sul territorio. Tale strategia andrebbe seguita per alcuni mesi, nell’attesa di una piena ripresa e stabilizzazione della domanda esterna ancora al di sotto dei valori previsti a causa dei minori ordinativi dall’estero.
Il dato sul prodotto interno lordo cinese dimostra comunque come l’economia sia ormai indirizzata sulla lunga e accidentata strada della ripresa. La produzione industriale in Cina ha fatto registrare un aumento pari a 13,9 punti percentuali nel mese di settembre, portando il dato complessivo per il terzo trimestre intorno a +12,4%. Nel corso del secondo trimestre dell’anno, il dato era di poco al di sopra del 9%. I prezzi al consumo del paese asiatico sono diminuiti dello 0,8% nel mese di settembre dopo una contrazione pari a 1,2 punti percentuali durante il periodo di agosto.
Sulla base dei dati da poco rilasciati, il National Bureau of Statistics della Cina sembra mantenere un cauto ottimismo sull’immediato futuro per l’economia nazionale, ma sottolinea l’importanza delle politiche per il rilancio utili nel mantenere dritta la rotta verso la ripresa: «Al momento, l’economia nazionale si trova dinanzi a un passaggio cruciale per stabilizzare la crescita, il rilancio economico deve essere consolidato e la bassa domanda esterna continua a essere un problema». Il Bureau consiglia dunque di mantenere le attuali politiche per il rilancio e di implementare se necessario nuovi provvedimenti tesi a sostenere la crescita e di riflesso i primi segnali verso la lenta ripresa.
Stati Uniti ed Europa guardano con interesse alle politiche messe in campo dalla Cina sia sul fronte del mercato estero che su quello interno. I paesi occidentali hanno, infatti, esercitato forti pressioni nei confronti del governo di Pechino nel corso degli ultimi mesi per ottenere politiche tese al rilancio dei consumi entro i confini del paese asiatico. Gli ultimi dati sul Pil e le prestazioni dell’economia cinese sembrano confermare un avvio di tali politiche da parte di Pechino, un importante indicatore per comprendere come il sistema economico su scala globale si potrà riprendere nel corso dei prossimi mesi.