Dopo aver cercato in tutti i modi di far accettare a Yahoo l’offerta di acquisto lanciata durante lo scorso anno da Microsoft, senza riuscirci, Carl Icahn ha infine deciso di abbandonare il consiglio di amministrazione della società di Sunnyvale. Un addio già ventilato in passato in seguito alla decisione di Yahoo di scendere a patti con Redmond, ma senza intaccare la propria autonomia ed evitando una cessione completa della società nelle mani del colosso dell’informatica.
Secondo alcuni osservatori, l’abbandono di Icahn si configurerebbe come un fallimento del magnate, altri analisti valutano invece le dimissioni dal board of directors come una naturale conseguenza degli ultimi sviluppi registrati a Sunnyvale. «Quando mi sono unito al consiglio di amministrazione, la società era in uno stato di confusione. Nel periodo successivo, abbiamo tutti lavorato insieme per raggiungere nuovi risultati per la società, tra i quali spicca l’aver affidato a Carol [Bartz, ndr] la mansione di CEO e l’accordo per le ricerche online raggiunto con Microsoft» ha scritto Icahn in una lettera inviata al board per motivare le proprie dimissioni.
Il multimiliardario si distinse nel corso della primavera del 2008, quando decise di investire diverse decine di milioni in Yahoo per avere voce in capitolo all’interno della società e spingere Sunnyvale verso la proposta di acquisto formulata da Microsoft. Classe 1936, il tycoon divenne rapidamente uno dei principali dettrattori di Jerry Yang, all’epoca il CEO del celebre motore di ricerca che aveva rifiutato la proposta miliardaria di Redmond. Icahn accusò Yang e il consiglio di amministrazione di aver agito contro gli interessi degli azionisti, impedendo alla società di crescere in un nuovo contesto garantito dalla potenziale nuova proprietà di Microsoft.
In seguito all’elezione del nuovo board of directors, Yang fu rimosso e al suo posto venne nominata CEO della società l’agguerrita Carol Bartz, determinata a risollevare quanto prima le sorti della società in cattive acque anche in seguito al grande rifiuto della proposta formulata da Redmond. Dopo un periodo di assestamento, la società ha infine stretto un accordo decennale alcuni mesi fa con Microsoft per le ricerche online e l’advertising. Un patto in grado di consentire alle due società di collaborare, eliminando le possibili sovrapposizioni deleterie nei rispettivi asset e garantendo a Yahoo un buon grado di autonomia.
Come emerge dalla lettera da poco resa di dominio pubblico, Icahn ha dunque rivendicato il proprio ruolo come membro del board nella scelta del nuovo CEO e del patto con il colosso dell’informatica. Una rivendicazione resa chiaramente esplicita in un altro passaggio della missiva, dove il multimiliardario si dichiara «fiero di aver ricoperto un ruolo in entrambe le decisioni».
L’impegno, in un primo tempo battagliero e successivamente accomodante, di Icahn è stato riconosciuto dallo stesso consiglio di amministrazione di Yahoo, che in un breve comunicato ha espresso parole di apprezzamento per il celebre tycoon. Secondo il board of directors, Icahn ha fornito il proprio contributo «nel corso di alcuni passaggi significativi» e merita dunque la gratitudine della società per il ruolo ricoperto nel «ridisegnare il futuro di Yahoo».
L’abbandono del board da parte di Carl Icahn non equivale comunque a una completa chiusura dei rapporti tra il tycoon e la società del motore di ricerca. Il magnate è a oggi il secondo azionista di Yahoo e può far valere il proprio peso grazie al 4,48% circa del pacchetto azionario complessivo di Sunnyvale. «Non credo sia necessario in questo momento avere un attivista nel board di Yahoo ed ora come ora le mie attenzioni sono concentrate su altre questioni» scrive Icahn negli ultimi passaggi della propria lettera di dimissioni.
Il multimiliardario è infatti impegnato su più fronti, come testimoniano le ultime notizie di cronaca finanziaria. Nel corso degli ultimi giorni, per esempio, Icahn si è dimostrato molto attivo sul fronte di CIT Group a rischio fallimento a causa della crisi economica. Yahoo sembra dunque essere un capitolo chiuso, almeno fino al prossimo ritorno di fiamma.