Un errore nel sistema manda in tilt i servizi bancari delle Poste

di Emanuele Menietti

26 Novembre 2009 10:00

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Addebiti più alti del dovuto e impossibilità di utilizzare le carte per i prelievi di denaro. L'errata gestione di una virgola ha reso la vita difficile agli utenti di Poste Italiane

Una virgola al posto sbagliato e i conti correnti gestiti da Poste Italiane sprofondano nel caos. L’inconveniente tecnico si è verificato nella giornata di ieri e ha portato a migliaia di addebiti superiori al dovuto per i correntisti mandando in rosso i conti e rendendo impossibile in numerosi casi il normale utilizzo dei bancomat e delle soluzioni per il prelievo del denaro con Postamat. Allarmati, i proprietari dei conti interessati hanno intasato le linee dell’assistenza delle Poste, che hanno affidato a un breve comunicato stampa la spiegazione di quanto accaduto.

«Poste Italiane comunica che, in seguito a un’anomalia contabile, alcune transazioni effettuate recentemente con la carta postamat, presso gli esercizi commerciali e bancomat, potrebbero aver generato un addebito superiore a quello effettivo. Poste Italiane rassicura i clienti che il ripristino dei corretti saldi è in corso e sarà completato nelle prossime ore» si legge nello scarno comunicato rilasciato dalle Poste.

Stando alle prime informazioni, a causa di una anomalia si sarebbe spostata la virgola presente negli importi delle ultime operazioni effettuate, aggiungendo così due zeri alla cifra delle transazioni. Per un acquisto pari a 126 Euro, per esempio, il sistema avrebbe in realtà registrato un importo pari a ben 12.600 Euro. Secondo Poste Italiane, il problema avrebbe principalmente coinvolto le transazioni più recenti e i conti a esse collegati, una condizione che avrebbe contribuito a contenere il numero di correntisti interessati dagli errati ed esosi addebiti.

Nonostante le rassicurazioni fornite dalle Poste, nella giornata di ieri le associazioni dei consumatori si sono rapidamente attivate per valutare l’effettiva celerità ed efficacia dell’intervento promesso dai responsabili dei servizi postali. «Abbiamo ricevuto centinaia di segnalazioni di conti in rosso senza giustificato motivo dato che non risultano movimenti in uscita corrispondenti al debito seganalato sul conto. I debiti si aggirano in media sui 2.000 Euro, ma si toccano punte anche di oltre 5.000 Euro» ha dichiarato il presidente dell’Adoc Carlo Pileri, sottolineando l’inquietudine dei consumatori colpiti dal disservizio.

«L’Adoc ha prontamente segnalato il grave problema a Poste, auspicando che la situazione venga sanata entro 24 ore e che sul debito registrato dal conto non vengano applicati gli interessi. Qualora i tempi di ripristino della disponibilità del conto superino le 24 ore, l’Adoc metterà a disposizione i suoi avvocati per esperire possibili azioni legali, anche per il risarcimento del danno eventualmente subito» ha poi aggiunto Pileri, inviando un chiaro messaggio non solo ai consumatori, ma anche alle Poste impegnate nella complessa risoluzione del problema.

Nella serata di ieri, a diverse ore dai primi disguidi, Poste Italiane ha comunicato di aver ripristinato il regolare funzionamento del software che gestisce le operazioni contabili. La risoluzione del problema ha consentito di avviare la procedura di ripristino dei saldi corretti. L’anomalia si sarebbe verificata principalmente nel caso dei prelievi effettuati tramite alcune tipologie di ATM e sui pos degli esercizi commerciali.

Il disservizio legato agli addebiti errati giunge a un mese di distanza circa dall’attacco subito dal sito web delle Poste Italiane. In quell’occasione il portale fu oscurato e la homepage fu sostituita da un messaggio degli hacker teso a sottolineare la presunta mancanza di sicurezza dello spazio online gestito dalle Poste. D’intesa con il Reparto di Sicurezza di Poste Italiane, la Polizia Postale e delle Comunicazioni ha da poco scoperto gli autori dell’attacco informatico dello scorso ottobre. Stando alle prime informazioni si tratterebbe di tre giovani, uno dei quali diciassettenne. Grazie a una serie di perquisizioni nelle abitazioni degli indagati, la Polizia avrebbe trovato ampie conferme alle ipotesi investigative finora formulate.