Botta e risposta Abi – Bankitalia sui compensi ai manager

di Roberto Rais

26 Novembre 2009 16:00

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È scontro tra l'Associazione Bancaria Italiana e la Banca d'Italia sul controverso tema della quantificazione dei compensi ai manager degli istituti di credito nostrani

Bankitalia tuona e l’Abi risponde. Corrado Faissola, Presidente dell’Associazione che rappresenta gli istituti di credito nel Paese, all’interno del suo intervento all’85° Giornata Mondiale del Risparmio ha infatti dichiarato che le banche italiane si adegueranno alle previsioni degli standard internazionali sulle remunerazioni ai manager, «tempestivamente» e in «tempo utile» per l’approvazione da parte delle singole assemblee societarie.

Le dichiarazioni di Faissola (che ha anche affermato come in gran parte gli stessi principi siano da tempo presenti all’interno delle banche) non giungono per caso, visto e considerato che in precedenza più di una voce aveva sostenuto come gli istituti di credito italiani fossero in ritardo sull’applicazione dei principi indicati qualche settimana fa dal Financial Stability Board.

Tra le più autorevoli voci a sostegno di questa tesi, vi è stata negli scorsi giorni anche quella del Governatore della Banca d’Italia Mario Draghi, il quale ha inviato ai principali gruppi bancari italiani una lettera nella quale evidenziava ritardi e carenze nell’applicazione dei principi FSB nell’ambito dei compensi ai manager.

Una missiva che ha avuto come destinatari Intesa SanPaolo, Ubi, Mediobanca, Unicredit, Banco Popolare, Monte Paschi (e pertanto, in definitiva, i principali attori italiani del sistema bancario nostrano) e che è stata finalizzata a ribadire – tra gli altri aspetti – come una quota importante del bonus variabile debba essere necessariamente parametrata a «indicatori pluriennali» che possano misurare efficacemente le performance, «opportunamente corretti per tenere conto di tutti i rischi, attuali e prospettivi», indicatori che dovranno tenere quindi osservare i «risultati effettivamente conseguiti, fino ad azzerarsi in caso di performance negativa».

A finire sotto l’occhio attento di Draghi anche i bonus per le risoluzioni anticipate dei contratti, le c.d. “buoneuscite”, che dovranno essere collegate «ai risultati realizzati e ai rischi assunti».

In difesa della tesi di Faissola sono poi giunte alcune dichiarazioni dei singoli istituti di credito. Tra queste, particolarmente chiara è quella del Presidente del Consiglio di Gestione di Intesa Sanpaolo, Salza, che ha affermato come la propria banca sia «mille anni luce avanti» sul tema.