La cinese Geely è riuscita formalmente a metter le mani sulla concorrente Volvo, realizzando una delle più grosse operazioni societarie nell’automotive asiatico, e sollevando Ford Motor dalla gestione dell’oneroso marchio svedese.
La notizia ha generato discreta soddisfazione su entrambi i fronti anche se, a ben vedere, a fregarsi le mani è soprattutto la parte cinese. Il chairman della società, Li Shufu, ha infatti commentato la conclusione della vicenda in maniera emblematica, arrivando a definire Volvo come una «tigre», che manterrà il suo cuore in Svezia, ma «i cui artigli dovranno raggiungere il resto del mondo».
Meno entusiasta sarà probabilmente Ford Motor, che va a cedere una compagnia acquistata non troppi anni prima per 6,5 miliardi di dollari: una transazione a suo tempo onerosa, che il marchio americano sperava poter dare dei frutti che, tuttavia, non sono mai arrivati. La crisi della società colpì infatti tutti i pianeti della propria galassia, che si trovò ben presto a cedere alcuni suoi pezzi pregiati per ripagare parzialmente le perdite.
Anche sulla base di quanto sopra, trovano maggiore giustificazione le precedenti cessioni dei marchi Aston Martin, Jaguar e Land Rover (in favore di Tata Motors) e, potenzialmente, potrebbe trovare allocazione anche la dismissione della quota residua nel capitale di Mazda.
Insomma, sembra proprio che a causa delle criticità attraversate da Ford Motor, il panorama automotive internazionale stia cambiando radicamente faccia, a beneficio delle più liquide società asiatiche, che si stanno invece imponendo su più fronti con obiettivi ambiziosi.
In merito a quanto appena affermato, Geely ha già annunciato che per il 2010 intende superare i 400 mila veicoli venduti nei dodici mesi, con una crescita superiore del 20% rispetto alle vendite che hanno caratterizzato il 2009. In ogni caso, Li Shufu guarda più avanti, e predice per il 2015 un volume di vendite annue pari a 2 milioni di unità.