GlaxoSmithKline è una delle principali compagnie farmaceutiche internazionali e, proprio come i suoi più importanti concorrenti di settore, sta ben pensando di trovare nuovi margini di crescita all’interno dei mercati emergenti.
Secondo quanto dichiarato dagli stessi vertici della società – rappresentati dal chief executive officer Andrew Witty – la compagine avrebbe intenzione di raddoppiare i ricavi da vendite e da prestazioni sui mercati indiani e cinesi entro il 2015, conquistando terreno ai danni di competitors, quali Novartis o Pfizer, che non staranno certo a guardare.
È d’altronde noto che i mercati emergenti nel corso dei prossimi anni saranno in grado di raddoppiare la crescita conseguita dalla media dell’industria farmaceutica: secondo una recente ricerca condotta da IMS Health, ad esempio, i ricavi del settore cresceranno globalmente di 5 punti percentuali l’anno fino al 2014, contro uno sviluppo compreso tra il 12% e il 14% nelle economie emergenti.
GlaxoSmithKline, così come i concorrenti più agguerriti, ha scelto di intraprendere la strada di una più ampia penetrazione nel mercato già da qualche tempo: dal 2007 ad oggi i ricavi derivanti dalle attività svolte dalla compagine nelle nuove economie sono cresciuti di circa il 50% a 3 miliardi di sterline, con conseguente incremento della forza lavoro (circa 13 mila unità) e degli accordi societari con partner locali.
Per una migliore conquista delle quote di mercato, anche Glaxo ha infine scelto di tagliare fortemente i prezzi di mercato, rendendoli compatibili con le disponibilità locali: alcune linee di prodotto hanno visto il proprio listino compresso del 60%, determinante che ne ha favorito una maggiore diffusione nella società.
Ad ogni modo, non solamente India e Cina sono in cima ai pensieri dei manager di Glaxo sui mercati al di fuori del Nord America e dell’Europa. La compagnia sta infatti rivedendo i propri piani per i mercati latino americani (soprattutto, il Brasile), africani e medio orientali, dove la crescita dei ricavi – escludendo gli introiti straordinari derivanti dal business dell’ultima influenza mondiale – è stata pari al 17%.