Fiat, il giorno del voto a Pomigliano

di Barbara Weisz

22 Giugno 2010 14:30

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Alle 14 alle urne più della metà dei dipendenti, si prevede un'affluenza superiore al 95%. Si vota sull'accordo del 15 giugno non firmato dalla Fiom

«Sei favorevole all’ipotesi di accordo del 15 giugno 2010 sul progetto Futura Panda a Pomigliano?». È questo il quesito referendario a cui circa 4900 lavoratori di Pomigliano oggi devono rispondere. Urne aperte dalle 8 di stamattina fino alle 21 di stasera, dentro la fabbrica e nello stabilimento di Nola. Secondo i dati forniti dalla Uilm, alle 14, ovvero alla fine del primo turno di lavoro, avevano già votato più di 2mila 500 dipendenti, quindi più del 50%. Questo fa prevedere un’affluenza superiore al 95%.

Il referendum, come è noto, riguarda l’accordo separato fra l’azienda e Fim-Cisl, Uilm-Uil, Fismic e Ugl, non firmato dalla Fiom-Cgil. Quest’ultima sigla metalmeccanica è contraria in particolare a due punti dell’intesa, che riguardano i vincoli al diritto di sciopero e misure anti assenteismo che esonerano l’azienda, in alcuni casi, dal pagamento della malattia. La Fiom definisce il referendum (e l’accordo) “inaccettabile” e “illegittimo”, sostenendone anche l’incostituzionalità, ma ha comunque consigliato ai lavoratori di partecipare al voto.

La posizione della Fiat è netta: per investire i 700 milioni necessari a portare la produzione della Panda dalla Polonia a Pomigliano l’accordo deve essere accettato così com’è. All’azienda non basterebbe l’eventuale vittoria del sì all’intesa firmata il 15 giugno. L’amministratore delegato Sergio Marchionne ha chiesto la garanzia dell’applicabilità dell’accordo stesso, il che significa che l’esito referendario deve consentire di superare le eventuali tensioni collegate al no della Fiom, che è la più rappresentativa sigla metalmeccanica.

Marchionne non ha specificato quale sia la percentuale di sì necessaria perchè l’azienda dia il via libera al piano. Nelle ultime ore, si parla addirittura di possibili soluzione alternative, per esempio di un progetto che prevederebbe la nascita di una newco per lo stabilimento di Pomigliano.

Ci sono anche delle previsioni dei Cobas, secondo cui il referendum si concluderà con un 60% di voti favorevoli e un 40% di contrari. Ma si tratta di calcoli assolutamente astratti, per conoscere il reale risultato del referendum bisogna attendere lo spoglio, che inizierà dopo la chiusura delle urne alle 21, e che si concluderà in nottata. A quel punto, sarà più chiaro il futuro dello stabilimento di Pomigliano.

In estrema sintesi, l’intesa prevede che la fabbrica resti aperta sei giorni su sette per 24 ore, con 18 turni, da effettuare lasciando l’orario individuale alle attuali 40 ore settimanali. È però previsto un pacchetto aggiuntivo di straordinari, rispetto alle 40 ore previste dal contratto dei metalmeccanici, pari a 120 ore che l’azienda potrebbe attivare in caso di necessità. Le pause saranno tre, di dieci minuti ciascuna, contro le attuali due di venti minuti. Fin qui, pur con una serie di distinguo, l’intesa sarebbe andata bene anche alla Fiom. I due punti critici sono però quello che prevede, in caso di picchi di assenteismo per malattia in concomitanza con manifestazioni esterne, scioperi o altri eventi la possibilità per l’azienda di non retribuire i primi tre giorni di malattia (quelli che spettano, in sostanza, agli altri sono sempre a carico dell’istituto previdenziale), e quello che prevede sanzioni economiche per il sindacato in caso di sciopero che violi l’accordo (nel mirino, la possibilità di incrociare le braccia nell’ultimo turno del sabato).

Fra i moltissimi commenti, quello del ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, che nei giorni scorsi si è dichiarato fiducioso nel fatto che «ci siano le condizioni per un largo consenso». Oggi la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia ha dichiarato di avere «l’impressione che i lavoratori dimostreranno il senso di responsabilità che serve». Il segretario del Pd Pierluigi Bersani ha espresso l’auspicio che, se vincerà il sì, la Fiat dia «seguito all’accordo» e non segua «altre ipotesi di cui si legge in queste ore». Contro l’accordo hanno scioperato stamattina gli operai della Piaggio.