Unicredit verso le nomine

di Barbara Weisz

25 Ottobre 2010 16:00

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Oggi si è riunito il comitato nomine, domani il cda che stabilirà il nuovo assetto di governance. Il nodo: uno o due direttori generali

Bocche cucite, fino a domani di ufficiale non si saprà nulla. Ma i giochi ormai sono fatti: stamattina si è riunito il comitato nomine di Unicredit per prendere la decisione definitiva sui top manager a cui affidare gli incarichi di vertice che devono essere definiti dopo la scelta di Federico Ghizzoni come amministratore delegato. E domani si riunirà il consiglio di amministrazione e dopo verranno fatti i relativi annunci.

Come è noto, il nodo centrale riguarda la scelta di uno o due direttori generali. L’ipotesi più probabile sembra quella di un doppio incarico, a Roberto Nicastro e Sergio Ermotti, ai quali nei giorni scorsi Ghizzoni avrebbe presentato la proposta. Al primo andrebbe la delega sul retail, al secondo il settore corporate. E, sempre secondo questa ipotesi, è previsto anche un incarico di chief operating officer per Paolo Fiorentino. Questa struttura comportebbe dunque un incarico per tutti e tre gli attuali deputy Ceo dell’istituto.

Ma non si esclude che negli ultimi giorni abbia nuovamente preso corpo lo scenario iniziale, ovvero quello di una nomina del solo Nicastro a direttore generale. Una soluzione che però con ogni probabilità porterebbe all’uscita dall’istituto di Sergio Ermotti.

A conferma della delicatezza delle trattative in corso, il fatto che il cda atteso per la scorsa settimana sia invece slittato a domani, segno che il lavoro preparatorio di Ghizzoni è stato complesso. L’amministratore delegato e il vicepresidente Fabrizio Palenzona sono usciti dalla sede della banca intorno a mezzogiorno, a conclusione della riunione, senza rilasciare dichiarazioni, così come non hanno detto niente gli altri membri del comitato (Luigi Castelletti, Vincenzo Calandra Bonaura, Luigi Maramotti, il presidente Dieter Rampl, Francesco Giacomin). La riunione era iniziata intorno alle 11, dunque è durata circa un’ora.

La composizione della governance dell’istituto è delicata perché deve soddisfare le istanze degli azionisti (dalle fondazioni ai soci libici a quelli tedeschi), deve tenere conto delle aspirazioni di carriera dei manager e favorire l’unità della squadra di comando, ed è anche sotto la lente della Banca d’Italia. La questione rilevante, oltre a quella dei nomi dei top manager scelti, riguarda l’attribuzione delle deleghe in una banca che ha appunto due grosse aree di core business, il retail e il corporate.

La settimana scorsa una fonte della Banca d’Italia ha dichiarato all’agenzia Reuters che «la vigilanza attende il progetto complessivo di governance di UniCredit e valuterà il progetto nel suo insieme». Via Nazionale, a cui sarebbe gradita l’ipotesi della doppia direzione generale, vuole innanzittutto che la ripartizione dei compiti sia molto chiara. Domani si conosceranno le decisioni di Ghizzoni.