Si è svolta a Venezia nei scorsi giorni la prima edizione dell’Investor Day della Compagnia Generali, un incontro organizzato dalla società per confrontarsi con gli analisti finanziari e gli investitori.
Nel corso dell’incontro, il Group CEO Giovanni Parassinotto ha illustrato le strategie del gruppo, il quale gestisce asset che superano i 470 miliardi di euro. Il manager ha annunciato che Generali intende aumentare gli investimenti immobiliari che attualmente sono pari a 24,3 miliardi di euro fino a farli crescere a 30 miliardi di euro.
Gli investimenti immobiliari di Generali comprendono già oggi immobili di altissimo prestigio, come le Procuratie di Venezia, Palazzo Venezia a Roma, i grattacieli di Citylife a Milano e la sede Microsoft a Parigi. Generali ha anche proprietà immobiliari a Madrid, Vienna e in altre capitali europee.
Il Real Estate rappresenta per il gruppo assicurativo il 7.1% degli investimenti totali a valore di mercato, che attualmente è per il 40% in Italia, per il 21% in Francia e per il 17% in Germania.
La crescita degli investimenti real estate sarà realizzata puntando sull’estensione del patrimonio al di fuori del vecchio continente, concentrandosi su aree divenute redditizie come gli Stati Uniti e la Cina.
«Generali ha investito costantemente nel settore immobiliare, nonostante in passato ci abbiano attaccato per questo», ha detto Parassinotto. «Si tratta invece di un’attività che ci ha dato evidenti soddisfazioni e che ha coerenza con la nostra attività di assicurazione, sostegno delle riserve tecniche del vita e del non vita. È un investimento con reddito periodico che genera valore, ed è una salvagente contro l’inflazione, oltreché una protezione sul lungo periodo per il capitale».
Della solidità del gruppo, ha parlato invece il chief risk officier Amerigo Borrini, il quale ha detto che Generali ha un’esposizione limitata di 1.5 miliardi di euro su strumenti di finanza strutturata e di 2 miliardi di euro netti sui Paesi cosiddetti “Pigs”, cioè Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna.
I Bond governativi dei Paesi europei periferici, vedono un’esposizione netta del gruppo a fine settembre pari a 0.6 miliardi (Portogallo), 0.6 miliardi (Spagna), 0.3 miliardi (Irlanda) e 0.5 miliardi (Grecia).
Borrini ha poi sottolineato che per Generali non esistono esposizioni ai subprime USA e nemmeno sui credit default swap, dove è limitata a hedging e investimenti senza attività di arbitraggio.