Quando le Olibù prendono il posto del welfare

di Fabrizio Scatena

22 Febbraio 2011 11:05

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Il modello del Welfare State sembra essere entrato in crisi. Ma come è possibile sostituire i servizi tradizionalmente gestiti dallo Stato?

Nell’epoca della network society sembra che il modello di Stato sociale assistenziale stia entrando in una fase di seria crisi. Dopo il crollo di Wall Street che ha provocato ripercussioni economiche e sociali gravissime, soprattutto nei paesi occidentali più sviluppati, si sta delineando un nuovo scenario dove probabilmente peseranno di più le individualità e meno lo Stato.

Nel recente saggio “Ciascuno per sé. Vivere Senza Welfare” di Edoardo Narduzzi, l’imprenditore, giornalista e scrittore ha sostenuto una tesi davvero interessante e realistica: grazie alla diffusione delle nuove tecnologie, alla maggior quantità di tempo, alla ricchezza accumulata in alcuni strati sociali e alla globalizzazione le ragioni che avevano legittimato lo sviluppo del Welfare State sono entrate in crisi.

Infatti, le reti sociali e private create dai cittadini, stanno sottraendo allo Stato il monopolio su una serie di servizi come l’istruzione, la sanità ed il sociale.

Narduzzi ha coniato il termine “Olibù” per descrivere uno scenario sociale dove saranno le oligarchie, e le tribù nate intorno a valori ed interessi condivisi, ad entrare in concorrenza con il Welfare nell’offerta di servizi, e probabilmente a sostituirlo in parte.

La crescita esponenziale di Internet, unita ad un elevato livello di specializzazione professionale, potrebbe favorire le persone disposte ad accettare la flessibilità del lavoro come condizione permanente di vita, per affermare le proprie capacità creando organizzazioni di servizi nel privato sociale. In un contesto come quello Italiano la sfida è certamente più difficile, a causa del pesante condizionamento esercitato da ambienti politici che hanno utilizzato lo Stato anche come risorsa di scambio politico.

Il Welfare State è stato l’istituzione dove queste modalità di integrazione sociale e professionale hanno trovato la loro legittimazione. Ma oggi quel modello di Stato sta entrando in crisi perché una parte della società civile, quella più attiva e produttiva, domanda una trasformazione istituzionale a fronte dell’evoluzione globale dei mercati.

È nel settore dei servizi che si giocherà la sfida fra Stato e privato sociale, una competizione che potrebbe trasformare l’attuale assetto statale in una forma “light”. Saranno i network sociali o Olibù, ad offrire gli stessi servizi, ma in modo più efficiente e innovativo che in passato.