Bulgari diventa francese, nelle mani di Lvmh‎

di Barbara Weisz

7 Marzo 2011 15:00

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La famiglia cede il controllo a Lvmh, che lancerà un'opa sull'intero capitale. Varca la frontiera il marchio fondato 125 anni fa da Sotirio Bulgari.

Un gran matrimonio nel mondo del lusso. La famiglia Bulgari ha venduto la sua quota, il 50,4%, cedendo il controllo della griffe dei gioielli al colosso francese Lvmh, in cambio di azioni del gruppo d’oltralpe, di cui di conseguenza diventa azionista. Louis Vuitton Moet Hennessy lancerà un’opa sul 100% delle azioni di Bulgari al prezzo di 12,25 euro. Un deal che valuta la società intorno ai 3,7 miliardi di euro e che sta facendo volare il titolo a Piazza Affari: l’offerta rappresenta un premio del 61% rispetto alla chiusura di venerdì, e le azioni si stanno allineando al prezzo dell’opa.

Francesco Trapani, amministratore delegato di Bulgari, entrerà nel board di Lvmh, farà parte del comitato esecutivo, e nel secondo semestre del 2011 assumerà la direzione di tutte le attività orologeria e gioielleria di Lvmh, gruppo che possiede marchi come Tag Heuer, Chaumet, Zenith, Hublot, Fred e De Beers. I Bulgari avranno anche diritto di esprimere anche un secondo amministratore in cda, inizialmente senza diritto di voto. Paolo e Nicola Bulgari resteranno presidente e vice presidente dell’omonima azienda per sei anni.

Vediamo nel dettaglio i termini dell’operazione. In cambio della quota pari al 50,4% i Bulgari e Trapani (che sono azionisti di controllo attraverso un patto di sindacato) riceveranno 16,5 milioni di nuovi titoli di Lvmh, che la holding francese emetterà al servizio dell’operazione, con un concambio di 0,108407 nuove azioni per ogni titolo Bulgari. Diventeranno così il secondo azionista familiare di Lvmh dopo il gruppo Arnault.

Nel rispetto delle normative, che prevedono il lancio di un’opa totalitaria in caso di superamento del 30% del capitale di una società, Lvmh lancerà un’offerta pubblica di acquisto sul 100% di Bulgari a 12,25 euro per azione. Questo sta facendo volare il titolo in borsa, che stamattina ha messo a segno un balzo superiore al 60% avvicinandosi al prezzo dell’opa. Il conferimento delle azioni è previsto dopo il pagamento del dividendo 2010 da parte di entrambe le società, e il closing dell’operazione è previsto fra fine maggioe e giugno.

E così, a 127 anni da quando nel 1884 Sotirio Bulgari fondò la griffe di gioielli, la maison diventa francese. «Abbiamo trovato in Bernard Arnault e nel gruppo che ha costruito tutti gli elementi necessari a garantire il futuro a lungo termine di Bulgari», commentano Paolo e Nicola Bulgari, mentre il Ceo Francesco Trapani spiega che «l’ingresso in Lvmh consentirà a Bulgari di rinforzare il suo sviluppo su scala mondiale e di realizzare sinergie significative soprattutto nell’ambito degli acquisti e della distribuzione».

«L’alleanza fra il mio gruppo e la famiglia Bulgari è una perfetta combinazione da tutti i punti di vista, dal momento che condividiamo la stessa cultura in termini di rispetto dell’identità e delle radici del brand, di ricerca di eccellenza, creatività e innovazione» sottolinea Bernard Arnault.
Un’operazione che, come sottolineano gli analisti, comporta una generosa valutazione della società italiana. Ma è anche un nuovo esempio di una gruiffe italiana che finisce sotto il controllo di una società d’oltralpe.

Un ennesimo “colpo”, dunque, da parte del gruppo di Arnauld, il cui impero conta circa 60 marchi (fra gli altri, Dior, Fendi, Givenchy, Kenzo, Donna Karan nella moda, Chaumet, De Beers, e Zenith nella gioielleria e orologeria, Moet et Chandon e Veuve Clicquot nel settore vini e alcolici), e ricavi intorno ai 20 miliardi di euro. Il “gran rivale” è Ppr, Pinault Printemps Redout, che fra l’altro possiede un altro grande marchio del Made in Italy, Gucci.