Ripresa economica, le aziende italiane non ci credono

di Barbara Weisz

13 Aprile 2011 12:05

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Solo il 9% delle imprese ritiene che sia in atto, contro il 31% a livello mondiale. Fra i piu' bassi del mondo l'indice di fiducia. Indagine Regus.

Nel mondo sale la fiducia delle imprese nella ripresa, mentre l’Italia presenta un trend inverso. Secondo l’indice elaborato da Regus, che ha raccolto come da tradizione l’opinione di 17mila aziende nel mondo, la media internazionale è pari a 125, mentre l’Italia si attesta a quota 92, all’ultimo posto insieme alla Spagna fra i paesi più industrializzati. L’indice più alto, sopra quota 150, è quello cinese, mentre in Europa il paese in cui si rileva la maggior fiducia è il Belgio. Sopra la media anche India, Sud Africa e Germania.

Si tratta di un’inversione di tendenza avvenuta nel giro di un anno: nell’aprile del 2010, il Business Tracker di Regus rilevava che nel mondo esisteva una maggior prudenza rispetto all’Italia in relazione alle aspettative sulla crescita: nell’aprile dell’anno scorso l’82,4% dei manager italiani attendeva la ripresa nei primi mesi del 2011 contro il 56% dei colleghi del resto del mondo. 

I motivi individuati per spiegare il basso livello dell’indice di fiducia 2011 sono essenzialmente due: solo il 12% delle aziende italiane ha registrato una crescita degli utili, contro il 41% di media mondiale. E sul fronte del fatturato, il numero di società della Penisola ad aver segnato un rialzo è pari al 25%, contro una media internazionale del 50%.

Risultato: solo il 9% delle aziende italiane ritengono che sia in atto una sostenuta ripresa economica, mentre questa percentuale nel resto dle mondo è pari al 31%. E anche sul fronte delle aspettative si conferma il medesimo gap: in Italia il numero delle imprese che si aspetta un rialzo dei ricavi nei prossimi 12 mesi è del 67%, contro l’80% di quelle mondiali. Le società della Penisola ritengono nel 62% dei casi che la ripresa arriverà nella prima metà del 2012.

C’è invece un fattore che accomuna l’Italia agli altri paesi del mondo: il taglio delle spese sugli immobili (Regus si occupa di soluzioni per gli spazi di lavoro), indicato dall’80% delle aziende nostrane e dall’81% di quelle internazionali. In genere, si investe maggiormente in altri settori, a partire da vendite e marketing. Quest’ultimo trend secondo Mauro Mordini, direttore di Regus Italia, Malta e Israele, dipende dal fatto che «avendo risentito della recessione, le aziende ora preferiscono ridurre il rischio e optare per soluzioni più flessibili e scalabili, tenuto conto che aspettative e risultati non sembrano convergere». In generale, comunque, il manager sottolinea che «a livello mondiale, il fatto che l’indice di fiducia sia in ripresa è un’ottima notizia e lo è pure il fatto che tante aziende stiano registrando un aumento del fatturato e del profitto».