L’attacco informatico ad opera degli hacker contro Sony lo scorso mese di aprile ha causato danni alla società per 14 miliardi di Yen, circa 122 milioni di euro. Il down di PlayStation Network (PSN) per 23 giorni avrebbe infatto portato al furto di dati sensibili degli oltre 10 milioni di utenti iscritti quali nomi, indirizzi, password e numeri di carte di credito salvati sulla piattaforma online di PlayStation 3.
Nel calcolo del danno subito Sony ha considerato anche la fornitura gratuita del programma di protezione contro le frodi, il programma “Welcome Back” per il risarcimento dei clienti, l’assistenza, il potenziamento della struttura e le spese legali.
«Finora non abbiamo ricevuto nessun report che confermi furti d’identità subiti dagli utenti e neppure un uso fraudolento di conti correnti riconducibili ai numeri di carte di credito sottratte durante l’attacco», spiega un portavoce della società giapponese. «Queste sono variabili chiave, se dovessero cambiare, i costi potrebbero aumentare drasticamente».
Intanto però sono già diverse le class action presentate contro Sony e contro alcune sue controllate, «tuttavia, queste class action sono in una fase preliminare, quindi non siamo ancora in grado di prevedere quanto una di esse possa influire sui nostri risultati di previsione per l’anno fiscale».
Il danno subito dalla società andrà ad intaccare l’anno fiscale che termina il 31 marzo 2012, mentre è atteso per giovedì il report dei risultati relativi all’anno fiscale 2011, che a sua volta non si prospetta essere roseo. Si parla infatti di perdite dell’ordine di circa 3,2 miliardi di dollari. questo significa che, dopo 13 anni in attivo, Sony chiuderà per il secondo anno consecutivo in perdita.
Il problema dell’offline forzato di PSN va infatti ad aggiungersi alle difficoltà riscontrate dall’azienda giapponese in seguito al terremoto e dello tsunami nipponico che ha comportato danni anche ingenti ad alcuni stabilimenti Sony nel Nord del paese.