Quote rosa: le “Modifiche al testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria, di cui al decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58, concernenti la parità di accesso agli organi di amministrazione e di controllo delle società quotate in mercati regolamentati” sono state approvate con 438 sì, 27 no e 64 astenuti dalla Camera dei Deputati il 28 giugno scorso.
A partire dal 2012, dunque, i Consigli di Amministrazione e gli organi di controllo delle società quotate e delle controllate pubbliche non quotate dovranno essere composti da un quinto di donne e da un terzo dal 2015.
La proposta di legge era già stata approvata dalla Camera il 2 dicembre 2010 e modificata dal Senato il 15 marzo 2011.
Il via libera della Camera è arrivato dopo quello avuto dal Senato: il testo passa ora alla firma del capo dello Stato per la promulgazione e la pubblicazione in Gazzetta ufficiale. La legge entrerà in vigore dopo un anno esatto dalla pubblicazione del testo sulla Gazzetta Ufficiale.
Cosa stabilisce la nuova legge?
Dal 2012 nella composizione degli organi di amministrazione e di controllo delle società quotate sui mercati, dovrà essere riconosciuto almeno un quinto dei posti al genere femminile, per passare ad un terzo dal 2015.
Lo statuto societario, per garantire l’equilibrio dei generi, dovrà disciplinare le modalità di formazione delle liste e dei casi di sostituzione in corso di mandato.
In caso di inadempienza ci sarà una diffida da parte della Consob a reintegrare il CdA o i collegi entro quattro mesi.
Se si verificherà una successiva inadempienza scatteranno un’ulteriore diffida di tre mesi e le sanzioni pecuniarie:
- da 100 mila a 1 milione di euro per i CdA
- da 20 mila a 200 mila per i collegi sindacali.
Secondo criteri e modalità che saranno stabiliti da un regolamento Consob.
La Consob, infatti, dovrà elaborare un regolamento da pubblicare entro sei mesi che fisserà le linee guida in materia di violazione, applicazione e rispetto delle disposizioni in materia di quote di genere, anche in riferimento alla fase istruttoria e alle procedure da adottare.
Infine, scatta la decadenza del Consiglio di Amministrazione o degli organi di controllo se le società non si adeguano entro i sette mesi concessi dalle due diffide.