Grecia, anche i privati nel piano europeo

di Barbara Weisz

22 Luglio 2011 15:00

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Nuovi aiuti pubblici per 109 miliardi, più una cinquantina dai privati. Fitch: default limitato. I mercati salgono, poi tornano prudenti.

Crisi greca, parte seconda. L’Europa ha deciso ieri sera un nuovo pacchetto di aiuti alla Grecia, per un totale intorno ai 160 miliardi di euro. Di questi, 109 sono nuovi aiuti pubblici, mentre dai privati (banche e fondi) arriveranno 37 miliardi entro il 2014 più altri 12 sotto forma di buy back. E qui si inserisce il primo giudizio arrivato da un’agenzia di rating, quello di Fitch, che parla di “default limitato” (restricted default). La reazione dei mercati è stata positiva, anche se nel corso del pomeriggio le borse hanno progressivamente azzerato i guadagni muovendosi intorno alla parità.

Il piano bis di aiuti che i 17 partner dell’euro hanno approvato nella serata di ieri, prevede misure di diverso tipo. Ai 110 miliardi concessi un anno fa, si aggiunge una nuova tranche da 109 miliardi di euro. La cosa importante è che l’Esfs, il fondo salva stati creato nel 2010, allunga i termini dei prestiti e fa scendere i tassi: la durata passa dagli attuali 7 anni e mezzo a un periodo compreso fra un minimo di 15 e un massimo di 30 anni, il tasso d’interssa viene ridotto al 3,5%, dall’attuale 4,5%.

Dunque, risorse fresche e condizioni di finanziamento molto migliori, ma non è tutto. C’è il capitolo relativo ai privati, importante e anche delicato perchè è quello sul quale hanno espresso più dubbi le agenzie di rating.

I privati possono intervenire con operazioni di swap (scambiando i bond greci con titoli a scandeza più lunga) o di rollover (un allungamento delle scadenze dei bond), per un totale di 37 miliardi di euro, a cui se ne aggiungono altri 12 di buy back (un riacquisto dei titoli). L’intervento dei privati sarà su base volontaria, ovvero saranno le singole banche a decidere se e in quale misura partecipare all’operazione. 

È questo che fa scattare il peggioramento dei giudizi delle agenzie, perchè si tratta di un intervento che modifica le iniziali condizioni del prestito alla Grecia, configurando quindi da punto di vista tecnico un default. In realtà, il report di Fitch, che di fatto è la prima reazione delle agenzie, pur specificando che «assegnerà nuovi rating post-default alla Grecia e ai nuovi strumenti di debito” quando l’evento «sarà risolto con l’emissione di nuovi titoli agli obbligazionisti aderenti», ammette che il le misure prese rappresnetano una potenziale opportunità per la Grecia di recuperare la solvibilità e preannuncia che «i nuovi rating saranno verosimilmente nella parte bassa del livello speculativo».

Dunque, un report che mette nero su bianco la parola default ma resta anche molto prudente. Comunque, l’accordo raggiunto dall’Europa prevede specificamente anche l’impegno di pensare a misure che riducano il peso delle agenzie di rating.

Infine, la parte che è già stata soprasnnominata “piano Marshall”: lo sblocco dei fondi strutturali dedicati alla Grecia per investire in infrastrutture.