La filiera del turismo congressuale italiano non trova pace. Non tanto per i manager che vi lavorano né per le aziende che ne fanno parte, che tra alti e bassi contribuiscono a portare ricchiezza al Paese, quanto per il sistema che lo rappresenta sulle scene internazionali.
Se da una parte c’è il neonato Convention Bureau nazionale – il soggetto nato per volontà del ministero del Turismo e che per statuto ha il compito di “promuovere e favorire lo sviluppo del turismo d’affari italiano, nel settore congressuale, fieristico e legato ai grandi eventi, nonche’ di sostenere l’attivita’ internazionale delle imprese del settore” – dall’altro c’è Federcongressi&eventi, l’associazione nazionale delle imprese pubbliche e private e dei professionisti che svolgono attività connesse con il settore dei congressi, dei convegni, dei seminari e degli eventi aggregativi, di incentivazione e di
comunicazione. Questi due soggetti sembrano aver preso binari diversi e le divergenze non sono mancate.
L’ultima in ordine di tempo si è avuta in merito alla partecipazione a Eibtm, una delle più importanti fiere di settore che si tiene a Barcellona dal 29 novembre al 1° dicembre prossimo: nei giorni scorsi, il direttore generale del CBN – Patrick Hoffnung – ha inviato agli operatori della meeting industry italiana una circolare con la quale proponeva la partecipazione allo stand Italia con una quota di adesione di 6.000 euro.
A seguito di ciò, Federcongressi&eventi ha ritenuto come “irricevibiile” tale proposta iniziandosi a chiedere se non sia opportuno attivare un progetto alternativo di presenza italiana alla fiera e di metterlo a disposizione degli interessati a una quota inferiore.
Paolo Zona, presidente Federcongressi&eventi, ha affermato che “la fee che ci chiede il CB nazionale è ben superiore a quella, già elevata, che pagammo sia per Imex a maggio (l’altra fiera leader di comparto, che si tiene ogni anno a Francoforte, ndr) sia un anno fa per la stessa Eibtm. Pare che il consiglio d’amministrazione del Convention Bureau abbia deciso di non poter più tollerare operazioni in perdita, quale evidentemente s’è rivelata quella di Francoforte”.
“Iniziative quali la costituzione di un CB nazionale – continua Paolo Zona – nascono per dare sostegno alle imprese e non per mettersi in concorrenza con esse. In contesti come questo, poi, sono le imprese stesse a dover condividere le condizioni di realizzazione di ciascun progetto. All’elemento pubblico resta da valutare e verificare se sussistano i presupposti per dare il proprio contributo in una logica di co-marketing. In altri termini, i soldi stanziati dallo Stato vanno messi a esclusiva disposizione delle imprese, le quali debbono poter effettuare le loro proposte, assumendosi responsabilità e contribuendo fattivamente per la loro parte, per poi rimettersi alla valutazione finale dell’ente pubblico”.
Pertanto è possibile che gli operatori partecipino a Eibtm in maniera autonoma, con i crismi di funzionalità e professionalità cui sono abituati, supportata da servizi di accoglienza e di promo-office in fiera dinamici e “commercialmente aggressivi”, a un prezzo che non sia un insulto alla ragione.
Nel frattempo, Oficina del Turismo, il promo-office di Federcongressi&eventi, ha iniziato in questi giorni a contattare uno a uno quanti hanno partecipato ad Imex ed EIBTM nelle passate edizioni, per presentar loro l’iniziativa.