In piena crisi del debito, l’Europa continua a essere una delle regioni del mondo meglio posizionate in termini di competitività. Gli Usa, invece, perdono appeal, pur restando nella top ten. Mentre l’Italia, pur restando l’ultimo fra i paesi del G7, sale cinque gradini della classifica. Lo rileva il Global Competitiveness Report 2011-2012 del World Economic Forum, che mette l’accento sul fatto che la ripresa mondiale sta avvenendo almeno a una doppia velocità: quella dei paesi emergenti, ad alta crescita, e quella delle economie forti, che invece fanno ancora fatica. E sottolinea come il fattore determinante per spingere sull’acceleratore sia uno: alimentare lo sviluppo.
Ma vediamo, innanzitutto, la classifica. In prima posizione si conferma la Svizzera, che ha i suoi punti di forza nell’innovazione, nella sofisticazione tecnologica e nell’efficienza del mercato del lavoro. Subito dopo c’è un avvicendamento, con Singapore che supera la Svezia e conquista il secondo posto. La prima economia asiatica vanta le migliori istituzioni del mondo e ha posizioni di leadership nel mercato del lavoro, in quello delle merci e anche nella finanza. Terza, la Svezia, un’altra economia che punta molto sull’innovazione e ha un alto livello di istituzioni, trasparenza, ed efficienza pubblica e anche privata.
Da segnalare il quarto posto della Finlandia, che ha guadagnato tre posizioni dall’anno scorso, seguita dagli Usa, che invece sono scesi di un punto. Fra le debolezza di quella che per dimensioni produttive resta la prima economia mondiale, un abbassamento della fiducia del settore privato nei confronti delle istituzioni e i conti pubblici, soprattutto il debito.
Il resto della top è quasi interamente europeo, fa eccezione solo il nono posto del Giappone. Nell’ordine di classifica, compaiono Germania, Olanda, Danimarca e Gran Bretagna.
Il report sottolinea come, pur in presenza della crisi del debito, l’Europa dimostri di essere l’area più competitiva del pianeta.
E veniamo all’Italia, che sale in 43esima posizione, guadagnando cinque gradini ma restando l’economia più debole del G7. Punti di forza: la sofisticazione del business, la produzione di beni di lusso, le dimensioni del mercato interno, il nono del mondo. Ma restano alcune debolezze strutturali, come la rigidità del mercato del lavoro, un alto livello di corruzione, una scarsa affidabilità istituzionale, un mercato finanziario non sufficientemente sviluppato.