Grazie a Giuliano Melani, imprenditore toscano nel settore della finanza, in Italia potrebbe arrivare un “Btp-day”. Ovvero una giornata in cui le banche potrebbero rinunciare alle commissioni sui titoli di stato per favorirne l’acquisto. La vicenda è nota: il signor Melani venerdì scorso ha acquistato una pagina del Corriere della Sera lancando la sua proposta: ricompriamoci il debito pubblico. Ha anche promesso di dare il buon esempio, cosa che ha puntualmente fatto ieri, lunedì 7 novembre: si è presentato alla filiale della Cassa di Risparmio di Lucca, Pisa e Livorno di via Montalbano a Quarrata, in provincia di Pistoia, e ha acquistato Btp per 20mila euro.
Come lui, hanno fatto molti altri: alcuni politici, privati cittadini (lui ha pubblicato sul Corriere i propri recapiti, ed è stato letteralmente sommerso di messaggi), altri imprenditori.
Ma l’effetto più sorprendente della singola iniziativa anti-crisi è stato quello sul mondo bancario. Perchè negli ultimi giorni le principali banche italiane hanno plaudito all’iniziativa e hanno dimostrato disponibilità per organizzare, appunto, quello che è già stato battezzato Btp day: un giorno senza commissioni per acquistare i titoli di stato. Sulla questione è intervenuto oggi, anche lui con una lettera al Corriere della Sera, il presidente dell’Antitrust Antonio Catricalà.
Anche Catricalà dimostra apprezzamento per l’iniziativa, chiedendo alle banche «un ulteriore impegno»: nell’eventualità che il Btp Day venga effettivamente organizzato, le banche «spieghino con chiarezza ai risparmiatori pronti a sottoscrivere che l’azzeramento delle commissioni di acquisto non equivale all’azzeramento di tutti i costi connessi alla sottoscrizione».
L’elenco di banche che hanno già dichiarato di voler aderire comprende i maggiori istituti di credito del paese: IntesaSanPaolo, Unicredit, Mps. Corrado Passera, Ceo di IntesaSanPaolo, ha scritto al Corriere accogliendo «con piacere l’invito ad azzerare le commissioni di sottoscrizione alle famiglie in occasione della «giornata del nostro debito comune» se, come auspico, verrà organizzata». Antonio Vigni, direttore generale Gruppo Monte dei Paschi di Siena, a sua volta aderisce «volentieri a una giornata dedicata al debito italiano, azzerando le commissioni nei confronti di quanti vorranno acquistare i titoli». E il Corriere di oggi segnala che è arrivata anche l’adesione di Federico Ghizzoni, amministratore delegato di Unicredit.
Catricalà, come detto, saluta con piacere un’eventuale iniziativa in questo senso, «se può servire a incentivare la sottoscrizione di titoli pubblici da parte dicittadini italiani». Il presidente dell’Antitruist sottolinea che «manuali di diritto della concorrenza alla mano, una simile evenienza rappresenterebbe comunque un cartello». Ma «gli stessi manuali», aggiunge, «ci verrebbero in soccorso spiegandoci che la legge italiana sulle intese e lo stesso Trattato prevedono deroghe al divieto quando le intese comportano un sostanziale beneficio per i consumatori». Importante la richiesta di Catricalà di accompagnare l’iniziativa con spiegazioni chiare sul fatto che l’azzeramento delle commissioni non significa azzeramento di tutti i costi di sottoscrizione: «la trasparenza è d’obbligo, soprattutto in questo particolare momento» anche per evitare che «un gesto compiuto in nome di una buona causa finisse invece per creare nuova sfiducia nel sistema finanziario del nostro paese».
In attesa dell’eventuale Btp day, da sottolineare che all’iniziativa di Melani hanno aderito alcuni politici (trasversalmente) e molti imprenditori. Nel Triveneto è nata la campagna “Compriamo il debito, aiutiamo noi stessi il paese”, a cui hanno aderito una cinquantina di uomini d’azienda, professori universitari, e professionisti. Fra gli altri, Innocenzo Cipolletta, ex presidente di Confindustria, e diversi presidenti locali dell’associazione imprenditoriale: Andrea Riello (Verona), Alessandro Vardanega (Treviso), Alessandro Calligaris (Friuli Venezia Giulia), Massimo Pavin (Padova).