L’uomo più ricco d’Irlanda fallisce. Ma la gente lo applaude

di Andrea Barbieri Carones

17 Novembre 2011 11:00

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Il miliardario irlandese Sean Quinn dichiara bancarotta e chiude l'azienda con 5.500 dipendenti. Ma i cittadini lo applaudono e manifestano per lui.

Come si fa a perdere tutto il proprio patrimonio, dichiarare fallimento, mandare a casa 5.500 dipendenti e ottenere comunque l’applauso dei cittadini? Forse bisogna trasferirsi in Irlanda, dove anche se si è l’uomo più ricco del Paese con un patrimonio di 4,7 miliardi di Euro, ci si chiama Sean Quinn e si dà lavoro a tante persone (o forse proprio per questo) si è apprezzati dalla popolazione.

Tutto è successo da un giorno all’altro a causa di un investimento andato male: il quasi 64enne uomo d’affari con un impero economico nel settore manifatturiero e assicurativo nato dal nulla alcuni decenni fa, sconosciuto alla grande maggioranza degli europei e assente da ogni classifica che elenca i miliardari di tutti i continenti è andato a testa bassa in un tribunale di Belfast per dichiararsi fallito e ritirarsi nella sua casa con un totale di 55.700 Euro e niente più entrate. “Mi sono rimasti 11.169 Euro sparsi per 3 conti in banca, una Mercedes di 8 anni che vale 4.600 Euro e poco altro ancora” ha dichiarato a un giornale irlandese.

Tutto a causa di un investimento con una banca anglo-irlandese che è crollata sotto il peso della bolla immabiliare lasciando per l’Europa crediti inesigibili tra cui quelli del “tycoon” d’Irlanda che comprendevano grandi somme di denaro  prese in prestito proprio dall’istituto.

Secondo la banca, mr Quinn deve fra 2 e 3miliardi di Euro, cifra contestata da lui stesso che afferma invece che il suo debito sarebbe di “soli” 194 milioni. Nel frattempo l’istituto di credito è stato nazionalizzato e, pertanto, i debiti sono automaticamente rivolti verso i contribuenti. L’imprenditore, intanto, aveva invetito altre cifre astronomiche – molte delle quali prese in prestito – in asset andati male.

Ma ecco la sorpresa: i residenti della contea dell’Irlanda dove era nato e cesciuto – ma anche molti altri cittadini della repubblica e dell’Irlanda del nord – sono scesi in strada per manifestare in suo favore dato che con un capitale iniziale di 100 sterline, dopo aver lasciato la scuola a 14 anni senza saper scrivere e leggere in modo appropriato era risucito a creare un impero economico dando lavoro a migliaia di persone.

Le malelingue, tuttavia, dicono che Sean Quinn ha dichiarato fallimento in Irlanda del nord e non in Irlanda solo perché le leggi di quella piccola porzione di Regno Unito permettono di ricominciare a fare l’imprenditore dopo solo un anno, rispetto ai 12 anni della confinante repubblica.

In sostanza, in Irlanda si può diventare eroi, cadere in disgrazia (economica) ma mantenere alta la considerazione della popolazione per quanto si è fatto. La cosa, in Italia, risulterebbe forse piuttosto difficile.