Così come anticipato, Facebook ha ufficialmente presentato la documentazione necessaria alla quotazione in Borsa, attesa entro il mese di maggio salvo imprevisti. La richiesta di Mark Zuckerberg, CEO e fondatore della società, è di un’Ipo da 5 miliardi di dollari, offerta pubblica iniziale che potrebbe garantire alla propria azienda una valutazione tra i 75 e i 100 miliardi di dollari.
Mark Zuckerberg ha ricevuto nel 2011 un salario base di 500 mila dollari, con compensi complessivi pari a 1,49 milioni di dollari. Dall’1 gennaio 2013 il suo salario base scenderà però a una cifra simbolica di un dollaro, una scelta che segue la scia di quanto fatto da Steve Jobs, il defunto CEO di Apple.
Tuttavia, il fondatore di Facebook avrà in mano una quota del 28,2% della società: oltre a mantenere il controllo del gruppo, potrà contare su un gruzzolo aggiuntivo di almeno 28 miliardi di dollari, in base alla valutazione a Wall Street del proprio social network. Potrà contare inoltre su alleati storici quali ad esempio il venture capitalist Yuri Milner, che gli garantirà l’appoggio in diverse situazioni.
Facebook si trasforma pertanto da un’idea di un ragazzino 19enne, quando Zuckerberg era ancora uno studente di Harvard, in un social network da 845 milioni di utenti in continua crescita e con la previsione di arrivare a quota un miliardo di iscritti entro agosto, a una società dal grande business che sta per compiere il grande salto in Borsa. Mark Zuckerberg ha dichiarato nei documenti preliminari presentati alla Securities and Exchange Commission, la Consob americana, un risultato netto in crescita del 65% a 1 miliardo di dollari nel 2011 su 3,71 miliardi di ricavi.
La lettera di Zuckerberg alla SEC
Curiosa la lettera che Zuckerberg ha allegato alla SEC insieme alla documentazione necessaria per l’approdo a Wall Street, che presenta dal suo punto di vista la vera e propria filosofia dell’azienda e gli obiettivi che il gruppo si è posto.
“Facebook non è stato originariamente creato per essere un’azienda. È stato costruito per portare a termine una missione sociale: per rendere il mondo più aperto e connesso. Pensiamo che sia importante che tutti coloro che investono in Facebook capiscano che cosa questa missione significhi per noi, come prendiamo le decisioni e perché facciamo le cose che facciamo. Cercherò di delineare il nostro approccio in questa lettera.
A Facebook noi siamo ispirati da tecnologie che hanno rivoluzionato il modo con cui le persone diffondono e consumano informazioni. Facciamo spesso riferimento a invenzioni come la stampa e la televisione: per aver semplicemente reso più efficiente la comunicazione, hanno trasformato completamente molte e importanti parti della società. Hanno dato voce a più persone. Hanno promosso il progresso. Hanno cambiato il modo in cui è stata organizzata la società. Ci hanno reso sempre più vicini.
Oggi la nostra società ha raggiunto un altro punto di svolta. Viviamo un momento in cui la maggior parte delle persone nel mondo ha accesso a Internet o telefoni cellulari: gli strumenti di base necessari per iniziare a condividere con chi si desidera quello che stai pensando, provando e facendo. Facebook aspira a costruire servizi che danno alle persone il potere di condividere e che li aiutano a trasformare ancora una volta molte delle nostre istituzioni e aziende.
C’è un enorme bisogno e una grande opportunità nel connettere ogni persona nel mondo, nel dare a tutti una voce e nell’aiutare a trasformare la società del futuro. La scala di tecnologie e infrastrutture che deve essere costruita è senza precedenti, e crediamo che questo sia il problema più importante sul quale possiamo concentrarci. Speriamo di rafforzare il modo con cui le persone si legano le une alle altre.
Anche se la nostra missione sembra grande, inizia dalle piccole cose: dal rapporto tra due persone. I rapporti personali sono le unità fondamentali della nostra società. Le relazioni sono il modo con il quale scopriamo nuove idee, comprendiamo il mondo che ci circonda e, in ultima analisi, da esse deriva la felicità.
A Facebook costruiamo strumenti per aiutare le persone a connettersi con chi vogliono e a condividere ciò che vogliono, e facendo questo ampliamo la capacità delle persone di costruire e mantenere relazioni. Le persone che condividono di più – anche se solo con le loro famiglie o con gli amici stretti – creano una cultura più aperta e hanno una migliore comprensione della vita e delle prospettive degli altri. Noi crediamo che ciò crei un maggior numero di relazioni forti tra le persone, e che aiuti la gente a esporsi a un maggior numero di prospettive diverse.
Nell’aiutare le persone a formare queste connessioni, speriamo di riscrivere il modo con cui la gente diffonde e consuma informazioni. Pensiamo che il sistema dell’informazione globale dovrebbe assomigliare a un grafo sociale – una rete costruita dal basso o da pari a pari – piuttosto che alla struttura monolitica, dall’alto verso il basso, che è esistita fino a oggi. Riteniamo inoltre che dare alle persone il controllo su ciò che essi condividono sia un principio fondamentale di questa riscrittura. Finora abbiamo già aiutato più di 800 milioni di persone a definire più di 100 miliardi di connessioni, e il nostro obiettivo è quello far sì che questa riscrittura acceleri. Speriamo di migliorare come le persone si collegano alle imprese e all’economia.
Pensiamo che un mondo più aperto e interconnesso aiuti a creare un’economia più forte con imprese più autentiche che progettano prodotti e servizi migliori. Quanto più le persone condividono, tanto più hanno accesso alle opinioni di coloro di cui si fidano su prodotti e servizi che utilizzano. Questo rende più facile la scoperta dei prodotti migliori e migliora la qualità e l’efficienza delle loro vite.”