Federconsumatori, nel mirino agenzie di rating e banche

di Carlo Lavalle

15 Febbraio 2012 13:00

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Dalla finanza all'energia: Federconsumatori bacchetta oligopoli e vessazioni statali.

Banche, turismo, energia, liberalizzazioni. Sono solo alcuni dei temi sui quali si esercita l’arrembante attivismo della Federconsumatori. L’associazione, nata nel 1988 con il sostegno della CGIL e rappresentata dal volto più noto al pubblico del presidente Rosario Trefiletti, sembra mostrare in tempo di crisi una vitalità inestinguibile nella sua opera di denuncia a tutela dei diritti dei consumatori.

Ultima in ordine di tempo è la presa di posizione sulle agenzie di rating. Federconsumatori se la prende in particolare con Moody’s colpevole di esprimere valutazioni poco attendibili.

Ricordando i gravi errori commessi in passato dalle tre sorelle del rating, come nei più famosi casi Parmalat e Lehman Brothers, i conflitti di interessi e le inchieste penali in corso si arriva a chiedere in nome della difesa del mercato e dei diritti dei risparmiatori da un lato la revoca alla registrazione all’ESMA (European Securities and Markets Authority), autorità europea di vigilanza degli strumenti finanziari, avvenuta con il beneplacito della Consob, dall’altro l’introduzione di sanzioni più severe in vista della revisione del Trattato Ue.

Ma nel mirino di Federconsumatori ci sono anche le banche. A far indispettire l’organizzazione guidata da Rosario Trefiletti, è il crescente divario tra il costo del denaro per gli istituti bancari, fermo all’1%, e i tassi su mutui e finanziamenti che al contrario aumentano in modo ingiustificato a danno dell’utente finale.

Per questo motivo Federconsumatori si appella all’Antitrust domandando di verificare i comportamenti scorretti delle banche alla luce della correttezza di mercato. Contemporaneamente si esorta governo e Banca d’Italia ad intervenire per contrastare ogni sorta di atteggiamento speculativo.

Altro bersaglio di critica sono i continui e ripetuti aumenti del prezzo dei carburanti. La benzina è passata in poco tempo da 1,46 a 1,80 euro al litro con una ricaduta sulla spesa familiare non indifferente data la situazione di difficoltà economica. Di chi è la responsabilità? Dello Stato che aggrava la tassazione soprattutto, ma, sottolinea Federconsumatori, anche delle distorsioni del settore privato nel quale è necessario aumentare la concorrenza consentendo ai distributori di rifornirsi liberamente dalla compagnia in base al prezzo più conveniente in modo da trasferire i benefici al consumatore.