Aziende strategiche: cambia la Golden share

di Teresa Barone

12 Marzo 2012 16:30

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Approvate nuove regole per la Golden share: aumentano le aziende strategiche controllate dallo Stato, ma i poteri di intervento si fanno meno rigidi.

Cambiano le regole in materia di Golden share, la disciplina che concede poteri speciali allo Stato come azionista di grandi aziende strategiche, una volta pubbliche e ora privatizzate. I poteri di intervento, o di veto statale, subiscono infatti modifiche grazie all’approvazione della riforma discussa dal Consiglio dei Ministri.

La Golden share sarà ampliata ma anche resa più flessibile, e le novità riguareranno più o meno direttamente Finmeccanica e altre aziende un tempo pubbliche come Enel ed  Eni, maggiormente esposte a possibili fusioni o acquisizioni dall’estero. Oltre a confermare la sua validità nei settori della difesa, sicurezza nazionale, energia, trasporti e comunicazioni, la Golden share sarà applicabile anche nel campo delle società operanti nelle Reti: a questa prima novità si aggiungono tuttavia nuove regolamentazioni che riguardano l’ingresso di nuovi partner azionari.

Solo per quanto concerne il settore della difesa e della sicurezza nazionale lo Stato potrà esercitare il diritto di veto nel caso in cui i potenziali acquirenti provengano da qualsiasi paese europeo o extraeuropeo, mentre non potrà intervenire per bloccare acquisizioni di aziende attive nell’ambito energetico, delle comunicazioni e dei trasporti a meno che non si facciano avanti acquirenti esterni alla UE.

La nuova Golden share prevede infatti l’attivazione di tre poteri speciali esercitabili dallo Stato solo per impedire o regolare la partecipazione straniera nelle aziende che operano nella difesa e nella sicurezza, a partire dall’imposizione di specifiche condizioni nella compravendita fino all’imposizione del divieto di acquisto, passando anche per il controllo dell’asseto societario, compreso il diritto di veto per un eventuale scioglimento.

Ma la nuova normativa dovrebbe anche porre fine alla diatriba ancora in atto con la UE, che nel 2009 ha avviato un procedimento contro l’Italia accusata di aver violato le regole internazionali vigenti in ambito di Golden share, infrazione che potrebbe costare alla Nazione una condanna da parte della Corte Europea di Giustizia. Secondo il Ministro per gli Affari Europei Enzo Moavero il decreto “Ridisegna la disciplina italiana in materia di poteri speciali attribuiti al Governo nei settori della Difesa, della Sicurezza nazionale, dell’Energia dei Trasporti e delle Comunicazioni, in conformità ai parametri del diritto dell’Unione Europea. Pensiamo che a seguito dell’approvazione di questa normativa la Commissione Ue chiuderà la procedura di infrazione relativa alla legislazione precedentemente in vigore”.

Secondo alcune indiscrezioni, la nuova Golden share potrebbe essere messa in atto al più presto nel corso della possibile incorporazione del gruppo aerospaziale torinese Avio da parte della francese Safran: spetterà allo Stato, infatti, stabilire la legittimità dell’operazione.