Tassa Co2? La Cina non ci sta e disdice ordini di aerei Airbus

di Assunta Corbo

14 Marzo 2012 14:00

logo PMI+ logo PMI+
Pechino impone ai vettori il congelamento gli ordini di 45 Airbus per ritorsione sulla tassa sul Co2 sul trasporto aereo, ma la Ue non cede.

L’Europa chiede la tassa sull’anidride carbonica e la Cina non ci sta. Il governo cinese ha infatti congelato gli ordini di 45 velivoli di lunga percorrenza di cui 10 Airbus A380 e 35 A330. E non è tutto: Pechino mette in discussione sei consegne di A330 nel 2013 e altre 19 nell’anno successivo. Il motivo è proprio la tassa Co2 entrata in vigore a inizio anno e imposta a tutti gli aerei che attraversano i cieli del vecchio continente.

La tassa deve essere versata a partire dalla metà del 2013 per una somma pari al 15% delle emissioni inquinanti relative al 2012, ossia 32 milioni di tonnellate. Il calcolo sarà fatto in funzione del prezzo delle tonnellate di anidride carbonica.

Cosa succede in caso di mancato pagamento? Bruxelles ha fissato due ammende: una multa di 100 euro per tonnellata e il divieto di sorvolo dello spazio aereo europeo. Tutto questo a Pechino proprio non va giù. Le compagnie cinesi, infatti, si troverebbero a pagare un centinaio di milioni di euro che nel 2020 sarà quattro volte maggiore e, per tutta risposta, come detto, hanno congelato degli ordini al consorzio europeo Airbus.

Ma nonostante questo rilancio l’Unione Europea ha deciso di non cedere al pressing della Cina: fino a quando non ci sarà una soluzione globale per tagliare le emissioni del trasporto aereo «manterremo il nostro sistema Ets, su questo siamo uniti», ha dichiarato alla stampa Margin Lidegaard, ministro del Clima. Una posizione comprensibile visto che il trasporto aereo emette il 3% delle emissioni globali di Co2.

La Cina, dove Airbus ha venduto 15 dei suoi A380 (gli aerei passeggeri più grandi del mondo), al momento è l’unico Paese ad aver alzato la voce, anche se alcuni malumori volano “nei cieli” degli Stati Uniti, dell’India e della Russia ma ancora nessun segnale di rivolta da parte loro. Se dovessero reagire questi Paesi allora per Airbus sarebbero problemi grossi. Va da sé che già solo con le minacce cinesi si avrebbero ripercussioni sulla produzione e sull’impiego. Sarà a questo punto incerto anche il futuro dell’A350, il velivolo di lungo raggio di nuova generazione.

La tassa sulla Co2 dovrebbe portare alle casse dell’Unione Europea 256 milioni di euro nel 2012. Ma è nulla rispetto al valore degli ordini di Airbus da parte di Hong Kong Airlines pari a 2,9 miliardi di euro.