In Italia c’è una pressione fiscale da record, con carico tributario “eccessivo” sui contribuenti fedeli. Lo ha detto il presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, nel corso dell’audizione tenuta in commissione Bilancio alla Camera, nella quale è emerso che la pressione delle tasse sugli italiani ha oramai superato il 45% del PIL, per una soglia che “ha pochi confronti nel mondo”.
“Il risultato degli ultimi provvedimenti assunti dall’esecutivo Monti – ha spiegato il presidente della Corte dei Conti – “è che ci avviamo verso una pressione superiore al 45% del Pil”, cui occorre altresì aggiungere una percentuale compresa tra il 10% e il 12% di evasione fiscale. Di conseguenza, sui contribuenti fedeli grava un carico tributario sicuramente eccessivo”.
Una situazione, quella italiana, che arriva ad essere ancora più critica se dal comparto familiare ci si sposta verso quello imprenditoriale. “Il confronto con l’Europa” – segnala ancora Giampaolino – “segnala per l’Italia un’elevata pressione fiscale, una distribuzione del prelievo che penalizza i fattori produttivi rispetto alla tassazione dei consumi e patrimoni”. L’evasione fiscale eleva infine l’Italia “ai vertici delle graduatorie europee”.
Le notizie negative non si fermano tuttavia a questo punto. “La distribuzione del carico tributario, diversamente da quanto si registra nel resto dell’Europa” – avverte in merito Giampaolino – “attualmente penalizza il lavoro e le imprese, su cui grava un carico tributario superiore di circa 50 miliardi alla media europea. Alcune correzioni sono interventue con le manore di finanzia pubblica del 2011, ma gli interventi effettuati sono ancoral imitati”.
La ridistribuzione dovrebbe comunque migliorare nel corso dei prossimi trimestri. Una prima tappa importante sarà relativa al mese di ottobre, quando l’aliquota IVA subirà un rincaro di due punti percentuali. Ma gli occhi sono puntati anche sulla spending review e sulla riduzione delle esenzioni e delle agevolazioni. Un insieme di provvedimenti che dovrebbero potersi accompagnare con la sistematicità e la stabilità della strategia della lotta all’evasione, “in considerazione dell’ampiezza e delle dimensioni del fenomeno e della gravità delle distorsioni che esso induce sul piano sociale e del funzionamento dell’economia”.
Sempre in proposito dell’evasione, Giampaolino tira i conti degli ultimi 5 anni, affermando che i risultati ammontano a 73 miliardi di euro, con un incidenza del 35,5% sul totale delle maggiori entrate complessive nette. Infine, per quanto concerne l’economia, “crescita e risanamento costituiscono obiettivi non in contrasto, ma da perseguire congiuntamente. L’accelerazione del percorso verso il pareggio di bilancio, cardine del nuovo accordo europeo del fiscal compact, e l’emergenza finanziaria hanno, finora, imposto manovre correttive fortemente concentrate sull’aumento della pressione fiscale, piuttosto che sulla riduzione della spesa” – dichiara il presidente della Corte – “A regime lo squilibrio andrà corretto, lavorando con determinazione alla revisione della spesa pubblica e all’eliminazione degli sprechi”.