Manager e malumori: ora è il caso di Google

di Andrea Barbieri Carones

16 Marzo 2012 13:15

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Manager di Google usa il blog di Microsoft per criticare la politica aziendale del motore di ricerca di Larry Page "che mira solo a battere Facebook".

Sembra che i manager delle grandi aziende americane abbiano iniziato a sfogarsi, parlando a ruota libera. Dopo quando successo in Goldman Sachs, in cui un dirigente dimissionario ha puntato il dito sulla scarsa sensibilità ed etica della banca newyorkese per cui lavorava, è ora la volta di Google essere additata di aver perso di vista i suoi obiettivi che l’hanno portata al successo.

Lo ha scritto neo su bianco un ingegnere responsabile tecnico del nuovo social network Google+, che utilizzando il blog della “nemica” Microsoft, ha sottolineato i repentini cambiamenti dell’atmosfera interna e del “core business”. Il manager, James Whittaker, aveva infatti iniziato a lavorare proprio per Google per passare poi per un certo periodo nell’azienda di Bill Gates da dove era uscito per tornare sui suoi passi e rimetter piede a Redmond.

Ma è proprio qui, alle dipendenze di Larry Page, che l’ingegnere inizia a storgere il naso per certe situazioni venutesi a creare: “Dall’avvento di Google+, l’azienda non è più la stessa”. Pare addirittura che il malumore di Whittaker non sia un caso isolato ma sia stato espresso da altri suoi colleghi, che però non hanno manifestato pubblicamente la cosa attraverso il sito di Microsoft, azienda con cui la Big G non ha rapporti proprio di buon vicinato.

In pratica è come se un manager di BMW andasse a scrivere su un blog di Mercedes che la Casa di Monaco funziona male. O viceversa.

Molto chiare le parole di Whittaker: “Google si è trasformata dall’essere un’azienda tecnologica a essere un’azienda dedita alla pubblicità, probabilmente per superare Facebook, il social network rivale con cui è iniziata una competizione per puntare al primato. L’azienda che avevo conosciuto una volta, che riusciva a mettere in grado di suoi dipendenti a lavorare con l’obiettivo dell’innovazione, non c’è più”.

“Da quando il fondatore Larry Page è ritornato a essere CEO, rilevando la poltrona che era di Eric Schmidt, battere Facebook è diventata un’ossessione, al punto che l’azienda ha distolto l’attenzione da prodotti affermati come Google mail. La differenza sostanziale è che l’azianda di Redmond riesce sì a mettere più spot pubblicitari davanti agli occhi di più persone, ma il social network di Mark Zuckerberg conosce più cose e più dettagli di queste persone. E Larry Page ha preso la cosa dal punto di vista personale”.

“La vecchia Google – continua Whittaker – ha costruito una fortuna sulla pubblicità perché avevano un buon prodotto. Funzionava come la televisione: offri una trasmissione migliore e riceverai un maggior introito commerciale. La nuova ‘G’ è invece più concentrata sulla qualità della pubblicità”.

Attualmente, Google+ conta 90 milioni di utenti, mentre quelli di Facebook si avvicinano a grandi passi a diventre un miliardo.