Gli ultimi dati Istat apportano considerazioni piuttosto negative – pur prevedibili – circa l’evoluzione del fatturato italiano nel corso di questa primissima parte del 2012. Stando a quanto affermato dall’ultimo bollettino dell’Istituto, infatti, il fatturato di gennaio sarebbe diminuito di 4,9 punti percentuali su base mensile (rispetto a dicembre 2011) e di 4,4 punti percentuali su base annua. Un ribasso molto forte (il peggiore dal novembre del 2009), con risultati inficiati prevalentemente dal deludente andamento del mercato interno.
Il bollettino Istat denuncia inoltre una significativa contrazione degli ordinativi, calati del 7,4% a gennaio su base mensile, e del 5,6% su base annua, con ribasso tendenziale mai così grave dall’ottobre del 2009.
Come detto, la determinante fondamentale di questo corposo passo indietro andrebbe ricercato della performance negativa del mercato interno. A comprova di ciò, basti considerare la prestazione del mercato auto, con un fatturato delle aziende costruttrici in picchiata di 8,8 punti percentuali, e con ordinativi in flessione del 6,1%. A livello più generale, il segno non sembra poter cambiare: l’andamento del fatturato industriale è infatti calato del 5,2% sul mercato interno e del 4,5 su quello internazionale, con una riduzione che si aggrava al 7,1% valutando l’andamento del mese con calendario corretto (di contro, è cresciuto di 1,3 punti percentuali il fatturato estero).
Su fronte trimestrale, la media novembre 2011 – gennaio 2012 conferma come l’indice del fatturato sia in calo di 1,6 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. Tornando a gennaio, il mese porta indici destagionalizzati del fatturato in calo dell’8,5% per quanto concerie i beni strumentali, del 4,7 per i beni intermedi, del 3 per i beni di consumo e del 2,5 per l’energia.
L’istituto spiega i cattivi risultati attribuendo principalmente la colpa ad alcuni comparti industriali, come quello della fabbricazione dei mezzi di trasporto, settore che ha fatto i conti con un passo indietro di 14 punti percentuali. Di contro, il settore maggiormente dinamico è quello della fabbricazione di coke e di prodotti petroliferi raffinati, che porta l’indice del fatturato in incremento del 15,8%. L’indice grezzo del fatturato segna – conclude l’Istat – una riduzione di 1,4 punti percentuali, con contributi più significativi al ribasso da parte della componente interna dei beni intermedi.