Per la prima volta in Italia, un’autorità pubblica – l’Agcom – ha sanzionato un sito e-commerce (Privateoutlet.com) con la pena più severa: l’oscuramento dei domini italiano ed internazionali, a seguito di ripetute segnalazioni da parte degli utenti in merito a consegne non effettuate e ad ulteriori vizi di comunicazione ritenute pratiche commerciali scorrette.
L’Adiconsum ed anche Aicel – l’Associazione Italiana del Commercio Elettronico – hanno subito reagito non tanto per prendere le parti del sito, quanto per contestare una procedura che è inusuale e che potrà essere oggetto di contestazioni da parte del sito, evidentemente messo con le spalle al muro da un provvedimento così determinato, ma soprattutto che crea un precedente pericoloso per l’intero comparto dell’e-commerce.
Le due associazioni hanno colto l’occasione per ricordare come la fiducia sia una moneta il cui valore va preservato fortemente ed un atto di questo tipo non solo penetra nel cuore del commercio elettronico rappresentando un ulteriore caso di lesione dei diritti dei consumatori, ma è un bene che va ancor più tutelato per esempio valorizzando e portando a sistema l’onestà e la trasparenza di quegli operatori che invece si distinguono per la buona reputazione che godono presso il mercato: non dimentichiamo che tutte le statistiche – non ultima quella di Contactlab presentata ormai annualmente all’E-commerce Forum di maggio – parlano di tassi di soddisfazione per chi compra online superiori al 90%.
Le due associazioni propongono ad esempio l’istituzione di una Centrale rischi presso il Ministero dello Sviluppo Economico che elenchi i siti che vengono reputati sicuri dal mercato e che parta dai codici di autodisciplina e dalle misure di autoregolazione che il mercato ha già saputo esprimere.
Il fatto che sia poi questo dicastero a promuoverlo sarebbe anche un segnale di quanto l’e-commerce sia una leva di sviluppo così come sottolineato da Agenda Digitale, la strategia che dovrebbe concretizzarsi nel decreto legge DigitItalia e che prevede il commercio elettronico come uno temi dei dei gruppi di lavoro.
Anche se non sarà così, è certo che occorre in Italia una maggior attività che premi le aziende sicure e che punisca i tanti casi di frode che ancora si trovano sul mercato senza per questo ricadere in quella visione manichea che ha portato, su richiesta di Moncler, lo scorso autunno il Tribunale di Padova ad oscurare quasi 500 siti, alcuni dei quali estranei al commercio elettronico fraudolento ed alla vendita online tout court.