La Fondazione MPS ha dato il proprio via libera alla vendita del 4% delle proprie azioni nella banca Monte dei Paschi di Siena alla famiglia Aleotti, proprietaria del gruppo farmaceutico Menarini. Una vendita conclusasi in (relativo) breve termine, e che costituisce il primo, importante tassello, che permetterà all’ente di disfarsi di una quota pari al 15% del capitale dell’istituto di credito, in previsione di quanto elaborato per consentire una più opportuna ristrutturazione della propria posizione.
Il controvalore dell’operazione dovrebbe aggirarsi intorno a 150 milioni di euro: un introito certamente gradito a MPS, cui potrebbero si aggiungeranno ben presto altri 210 milioni di euro derivanti dalla vendita di altre quote ad investitori, e altri 200 milioni di euro derivanti dalla vendita di altre partecipazioni in Cdp, Mediobanca, Sator e F2i.
Con la cessione della quota alla famiglia Aleotti, il nucleo alla guida del gruppo Menarini diventa di fatto il secondo azionista della banca senese, dietro alla stessa Fondazione (con una quota ora pari al 41%, ma prevista in ulteriore diminuzione), e davanti alla Unicoop Firenze (2,42%) e all’Axa (2,05%).
Tornando a quanto accadrà tra i vertici della Fondazione, appare chiaro il rasserenamento all’interno del consiglio di amministrazione, che voleva concludere il prima possibile la vendita di una prima parte del pacchetto da 15 punti percentuali sul capitale sociale, liberato dal pegno delle banche.
In questo modo, infatti, il cda potrà scegliere in maniera ancor più accurata a chi cedere le successive quote: una lista di potenziali investitori tra i quali non risultano più presenti (salvo ripensamenti attualmente non prevedibili) Equinox e Clessidra (le sue società di investimento hanno offerto troppo poco, secondo quanto rivelano da Siena), e dove sembra potersi conquistare un posto in pole position la Optimum, deal inglese guidato da Alberto Matta, che pare essere interessato a porre le mani su una quota simile a quella ora detenuta dalla famiglia Aleotti (4%).