Apple-Foxconn, migliora il lavoro Cina

di Andrea Barbieri Carones

30 Marzo 2012 14:45

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Cina: i dipendenti della Foxconn, azienda fornitrice di Apple, Hewlett-Packard, Dell e Sony, non potranno lavorare più di 49 ore alla settimana.

Per la Cina potrebbe essere il primo passo verso il miglioramento generale delle condizioni di lavoro dei dipendenti delle aziende. Potrebbe infatti rappresentare una rivoluzione il fatto che la Apple e la Foxconn – società fornitrice della prima, che produce componenti elettronici e in passato accusata di fornire pessime condizioni di lavoro – hanno accettato di sottoscrivere importanti modifiche al trattamento di 1,2 milioni di operai, dopo diversi morti sul lavoro, dopo decine di suicidi e dopo una fortissima pressione della comunità internazionale e della Fair Labor Association.

L’accordo prevede che le ore totali di lavoro all’interno delle fabbriche non possano essere più di 49 a settimana rispetto alle 60 odierne. Gli eventuali straordinari dovranno essere compresi entro tale cifra.

Anche se non è chiaro se le retribuzioni verranno toccate dall’operazione (lo stipendio medio è di 285 dollari al mese rispetto mentre nelle altre aziende della regione supera i 400), per i dipendenti si tratta di una conquista importante che permetterà loro di ridurre di oltre 2 ore giornaliere l’orario in stabilimento. La notizia, che costringerà le aziende ad assumere nuovo personale per sopperire alla minore produttività, è arrivata quasi in concomitanza con la visita di Tim Cook nell’impianto produttivo di Zhengzhou, dove veongo assemblati parte degli iPhone e degli iPad che vanno per la maggiore in tutto il mondo, Cina compresa.

La riduzione dell’orario di lavoro sarà introdotta gradualmente, fino a essere completata entro l’inizio dell’estate del 2013. Foxconn, in realtà, non è fornitore solo di Apple ma anche di Hewlett-Packard, Dell e Sony.

Secondo la Fair Labor Association, almeno il 60% dei lavoratori impiegati presso le tre unità monitorate sia sottopagato e non riesca a soddisfare i propri primari bisogno di sussistenza anche in rapporto all’aumentato costo della vita nelle località di Shenzhen e Chengu, dove le fabbriche hanno sede.

Apple, intanto, ha diffuso un comunicato in cui si impegnerà a verificare l’applicazione dell’accordo e a controllare che le condizioni di lavoro siano adeguate rispetto alle indicazioni di questa organizzazione no profit per i diritti sul lavoro nata nel 1999 per iniziativa di aziende, università e organizzazioni civili di varie Pesi del mondo.

Del resto è stato proprio l’azienda fondata da Steve Jobs ad aver richiesto l’intervento della FLA, che ha effettuato il suo lavoro inervistando 35mila lavoratori riscontrando almeno una cinquantina di violazioni alla legge sul lavoro.