Unioncamere, Pil in picchiata nel 2012

di Massimiliano Santoro

4 Maggio 2012 11:00

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Rapporto Unioncamere 2012: calo medio dell'1,5% del PIL con un -1,8% delle regioni del Sud; previsti 130mila posti di lavoro in meno.

Sarà un 2012 di forte recessione per l’Italia. A confermarlo è il Rapporto Unioncamere 2012, diffuso in occasione della 10ª Giornata dell’Economia, dove si evince che “a fronte di un calo medio del Prodotto interno lordo dell’1,5%, saranno le regioni del Sud a pagare lo scotto più consistente della crisi, segnando un decremento del Pil dell’1,8%, con l’Abruzzo, il Molise e la Basilicata destinate a registrare una contrazione del 2%. Anche i consumi delle famiglie e la spesa per investimenti sono previsti quest’anno in ulteriore, sensibile calo (rispettivamente -2,1% e -3,8%), più incisivo nelle aree meridionali”.

Un miglioramento nella seconda parte del 2012 è previsto in virtù di un incremento del 2,8% delle esportazioni: “La performance migliore – si legge-caratterizza Nord-Est e Centro (3,1% e 3%, rispettivamente), mentre il Nord-Ovest si allinea alla media nazionale (2,8%) e il Mezzogiorno si ferma all’1,8%. Le prospettive migliori in termini di export dovrebbero coinvolgere alcune tra le maggiori regioni esportatrici, più precisamente Veneto (3,7%), Lombardia (3,2%), Toscana (3,1%), Emilia Romagna e Lazio (2,9% entrambe)”.

Dati negativi, invece, per l’aspetto occupazionale con una previsione di 130mila posti di lavoro in meno di cui -35mila nelle aziende con più di 50 dipendenti e oltre.

“I dati ci confermano la necessità di favorire gli investimenti per rilanciare l’economia e sostenere l’occupazione”, ha detto il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello. “Dopo 4 anni di crisi, il tessuto produttivo del Paese appare provato. Fra gennaio e marzo di quest’anno, sono andate perdute 26mila imprese. In pericolo sono tanti piccoli e piccolissimi imprenditori che rischiano di fallire per crediti non riscossi o perché vedono ridursi il credito dalle banche. Ovviamente l’occupazione risentirà di questo contesto, soprattutto quella creata dalle microimprese con meno di 10 addetti. Per questi motivi abbiamo avanzato proposte concrete prive di oneri per le casse statali su 5 temi chiave per lo sviluppo: semplificazione, internazionalizzazione, investimenti, credito e lavoro”.