Cresce l’insofferenza verso lo spread: il discorso annuale del presidente Consob

di Roberto Rais

14 Maggio 2012 15:00

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Nel suo discorso verso la comunità finanziaria, il presidente Consob Giovanni Vegas paventa la "dittatura dei mercati" e la "dittatura dello spread".

Un’insofferenza crescente nei confronti di quanto è stata ribattezzata “dittatura dello spread”. Un generico fastidio che il presidente di Consob, Giuseppe Vegas, evidenzia essere nei confronti “di un numero che oggi è rappresentato dallo spread. Lo spread si basa sui fondamentali dell’economia. Tuttavia, incorpora un giudizio di valore sintetico e soggettivo che spesso li travalica”.

“In molti Paesi – prosegue ancora il presidente di Consob – va crescendo l’insofferenza della dittatura dello spread, vista come ostacolo alle aspirazioni dei popoli. I cittadini non accettano di pagare scelte su cui non sono chiamati a decidere”. Di conseguenza, voler “affidare il nostro futuro a un numero costituisce anche un modo di abdicare ai nostri doveri. I nostri doveri discendono da un fondamentale diretto: quello di partecipare democraticamente all’assunzione delle decisioni che ci riguardano. E lo spread – aggiunge Vegas in un ampio riscontro fornito dall’agenzia Adnkronos – dipende dalle scelte di un soggetto invisibile, il megrcato, attribuisce ogni potere decisione a chi detiene il potere economico, nei fatti vanificando il principio del suffragio universale”.

Al di là delle “colpe” sostanziali dello spread agli occhi di milioni di italiani, Vegas ha sottolineato come l’annus horribilis italiano necessiti di maggiore fiducia, poiché “senza di essa non possono esistere le istituzioni, le imprese, il mercato finanziario”. A sua volta, la fiducia sembra essere ottenibile solamente adottando “regole semplici e stabili“: di qui, secondo Consob, la necessità di avvicinare le medie imprese alla Borsa, in un tentativo che possa riscuotere maggiore successo rispetto a quelli precedenti. “E’ il momento” – ha rilevato ancora Vegas – “di rimuovere le lentezze dell’azione amministrativa e giudiziaria e alimentare un tessuto sociale refrattario alla corruzione. E’ soprattutto il tempo di ripartire e di sentirsi orgogliosi cittadini di un’Europa che, nella faticosa ricerca del bene comune fuori da ogni contrapposizione, rappresenta pur sempre il maggiore centro di benessere e di civiltà del mondo. Allora potremo riuscire a cogliere quel raggio di sole che inizia a fare capolino tra le nubi di un cielo ancora plumbeo”.

Per quanto concerne il futuro, Vegas sottolinea come l’Italia si trovi davanti a un bivio, e come le politiche adottate finora si siano rilevate fortemente inefficaci. Pertanto, è necessario affiancare “alle manovre di risanamento, scelte che possano garantire una crescita stabile”.

In ogni caso, conclude Vegas, “se è vero che tutta l’Europa vive al di sopra dei propri mezzi e che è indispensabile ripensare in tempi brevi alla latitudine della mano pubblica, non si possono tuttavia ignorare i fattori positivi che esistono”, come ad esempio “l’azione condivisa di risanamento delle finanze pubbliche, la sostenibilità del debito, la presenza di un sistema produttivo di successo, soprattutto all’estero, il risparmio delle famiglie e la tenacia di imprenditori e lavoratori”.