Quanto costano, agli italiani, gli stipendi dei dipendenti pubblici? A rispondere è la Corte dei Conti, secondo cui il costo degli emolumenti pubblici in rapporto al numero dei cittadini genererebbe una spesa media di 2.849 euro a testa, contro i 2.830 euro della Germania, contro i 2.708 euro della Spagna e contro i 2.436 euro della Grecia. Un costo che risulta essere inferiore ai 3.118 euro del Regno Unito, dei 3.557 euro dell’Olanda e – soprattutto – dei 4.001 euro della Francia.
Ma siamo sicuri che il livello della spesa per gli stipendi pubblici sia il vero “malus” dell’Italia? Secondo quanto riporta il Corriere della Sera in un suo recente approfondimento a firma Sergio Rizzo, la risposta è sostanzialmente negativa. Il livello della spesa è allineato alla media europea dell’11,1% del Prodotto Interno Lordo: il vero problema è, piuttosto, l’efficienza della spesa per gli stipendi pubblici, con la produttività della pubblica amministrazione tricolore che vive – così afferma la Corte dei Conti – “in un contesto caratterizzato dalla perdita di competitività del sistema Italia”.
In merito, la Corte dei Conti dichiara come la produttività nel 2010 sia cresciuta di oltre 2 punti percentuali, per poi ritornare pressoché stabile nel corso del 2011, ricominciando, a partire nel 2012, a scendere, “in linea con le stime dell’andamento del Pil”. Pertanto, riprende a salire il costo del lavoro per unità di prodotto, a determinante principale del blocco della contrattazione deciso quasi due anni fa, il quale “ha comportato il rinvio della norme più significative in materia di valutazione del merito individuale e dell’impegno dei dipendenti contenute nel decreto legislativo n. 150 del 2009”, impedendo altresì l’avvio del “nuovo modello di relazioni sindacali delineato nell’intesa del 30 aprile 2009 maggiormente orientato a un’effettiva correlazione tra l’erogazione di trattamenti accessori e il recupero di efficienza delle amministrazioni”.
Al di là del 2010, anno in cui il costo del personale pubblico è diminuito dell’1,5%, con un esborso complessivo di 152,2 miliardi di euro (grazie al calo di 67.174 dipendenti in un solo anno, con sforbiciate più o meno orizzontali), gli oneri degli stipendi pubblici sono pertanto tornati a premere verso l’alto.
Ma chi è titolare del poco invidiabile record di apparato dinamicamente più oneroso? Sempre secondo gli elementi statistici della Corte dei Conti, Palazzo Chigi avrebbe confermato il suo trend crescente anche negli anni di maggiori ristrettezze. Nel 2010 alla presidenza del Consiglio dei ministri si spendevano quasi 200 milioni di euro per gli stipendi del personale, con un incremento dell’11,2% in più in un solo anno (che salgono addirittura al 15,5% depurando la cifra dagli arretrati).