Fmi: promossa riforma lavoro, ma stringere i tempi

di Teresa Barone

17 Maggio 2012 08:30

logo PMI+ logo PMI+
Il Fondo Monetario Internazionale esorta il Governo ad accelerare i tempi di riforma del lavoro e spending review, uniche strategie di crescita.

L’Italia è sulla strada della ripresa, tuttavia per favorire la crescita è necessario stringere sulle strategie in atto senza esitazioni, prime fra tutte la riforma del lavoro e la spending review: questo quanto affermato nel corso della conferenza stampa relativa alla missione annuale del Fondo Monetario Internazionale.

Nonostante i progressi in materia di riforme strutturali e consolidamento fiscale, il 2012 potrebbe ancora rappresentare un anno critico per la Nazione, stando a quanto sostenuto dal direttore del dipartimento europeo Fmi Reza Moghadam, che esorta il Paese a favorire lo sviluppo al fine di far crescere il Pil almeno del 6%: “L’Italia deve portare avanti lo sforzo fatto finora e continuare sulla strada tracciata. In campo strutturale, prima di tutto viene la riforma del mercato del lavoro: bisogna procedere rapidamente perché può creare posti di lavoro. Prima verrà attuata e prima attiverà la crescita“.

La Nazione sotto il Governo Monti è potenzialmente in grado di diventare un modello per l’intera Europa, ma per raggiungere questo scopo è fondamentale non lasciare che le riforme attualmente in fase di definizione vengano lasciate nel dimenticatoio a lungo, e creare nuovi strumenti per tagliare la spesa pubblica ottenendo un cospicuo risparmio e un consolidamento dei fondi dello Stato: “Quella del consolidamento fiscale è un’area in cui l’Italia ha fatto enormi progressi, che permetteranno il prossimo anno all’Italia di avere il più alto avanzo primario in Europa. Per questo è necessario continuare a spostare la composizione dell’aggiustamento verso i tagli alla spesa, che assicurerebbero risparmi definitivi e permetterebbero di tagliare il peso delle tasse sul lavoro“.

Dal Fmi arrivano anche importanti considerazioni sull’operato delle banche nazionali, che mai come in questo frangente hanno bisogno di nuovi capitali per riuscire a erogare credito alle aziende e alle famiglie. Il rapporto annuale del Fondo Monetario Internazionale sottolinea, infatti, come i prestiti in sofferenza abbiano subito un incremento dell’11% solo nel 2011, tanto da rendere gli istituti di credito ancora deboli e molto “vulnerabili a nuovi ribassi.”. Questo quanto si legge nel rapporto stilato dal Fmi: “Le banche italiane continuano a beneficiare di una larga e stabile raccolta retail, di un basso leverage e di un tradizionale modello di prestito che ha limitato le esposizioni agli asset a rischio. Nonostante i punti di forza, le banche restano sotto pressione a causa dei timori legati alla congiuntura economica, ma dovrebbero mantenere adeguati cuscinetti di capitale e liquidità“.