Il ministro del lavoro Elsa Fornero ha dichiarato che il decreto sugli “esodati” è pronto. Una partita che la stessa esponente dell’esecutivo ha considerato “parzialmente chiusa”, riaccendendo le polemiche in vista di quanto è contenuto all’interno del provvedimento che lascia fuori dalle misure di salvaguardia una vasta parte di ex lavoratori e futuri pensionati.
Il decreto prevede infatti uno stanziamento complessivo di 5 miliardi di euro, da spalmare in sette anni (dal 2013 al 2019) in favore di 65 mila persone. Di queste, 25.590 sono persone che potranno finalmente andare in pensione con le vecchie regole, mentre 3.460 godranno della “mobilità lunga”. Ancora, ad essere beneficiari dei fondi di solidarietà (principalmente, i lavoratori del credito) saranno 17.710 persone, mentre i prosecutori volontari ammontano a poco più di 10.200 unità. I lavoratori esonerati dal servizio, che potranno andare in pensione con le regole ante-riforma sono 950, mentre i genitori in congedo per assistere figlie e disabili, interessati dalla manovra, sono 150. Per accordi di incentivo all’esodo saranno salvaguardate quasi 7 mila persone.
Salvati in 65 mila, rimane da intendere cosa accadrà a tutti coloro che a dicembre erano ancora in azienda, pur avendo sottoscritto un accordo per la pensione. Potranno infatti andare in pensione con le vecchie regole solamente i lavoratori che entro il 4 dicembre 2011 erano in mobilità, e che raggiungono i requisiti entro il periodo di fruizione dell’indennità di mobilità (36 mesi per i lavoratori ultracinquantenni, ma 48 mesi per gli over 50 nel Sud Italia). Dovranno invece attendere il raggiungimento dei requisiti entro i prossimi 24 mesi quei lavoratori che entro il 31 dicembre 2011 hanno fatto accordi individuali o collettivi di incentivi all’esodo, stipulati dai sindacati, e che abbiano lasciato il lavoro entro la fine dell’anno.
Insoddisfatte le parti politiche: il Pd ricorda – per voce del capogruppo nella commissione Lavoro, Cesare Damiano – come “il decreto del ministro Fornero che risolve il problema di 65mila persone non può bastare. Nessun lavoratore, tra quelli rimasti senza lavoro e che hanno visto allontanarsi anche di 5 o 6 anni il momento della pensione, può essere lasciato solo. La commissione Lavoro della Camera ha cominciato la discussione di una nostra proposta di legge, sottoscritta da tutti i partiti che sostengono il governo, che si propone di allargare la platea dei lavoratori che potranno beneficiare dei vecchi requisiti pensionistici”.
Secondo quanto aggiunge Silvano Moffa, presidente della commissione Lavoro, la riforma determinerà un risparmio di circa 140 miliardi di euro.